Leggere: che noia! Parliamo insieme del calo dei lettori

Oggi ho deciso di farmi/vi del male, riproponendo un’annosa questione, ovvero quella relativa al numero di lettori in Italia

Ho appena concluso qualche ricerchina e ora possiedo una modesta – e confusissima – infarinatura dei dati statistici, che vedono, attualmente, l’Italia come quintultimo paese europeo per “densità di lettori”. 

Prima di passare a una piccola analisi, vi porto due post, tratti dal web, che possono offrire interessanti spunti:

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Tralasciando la connotazione politica del post, è evidente che qualcosa in Italia non funzioni. E non può essere un caso che, nella stessa giornata, mi sia imbattuto in questo post nel gruppo “Scrittori e Lettori Fantasy”:

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D’altra parte, al Salone del Libro si è parlato di numeri in crescita, con addirittura il 64% degli italiani che si sono dichiarati fruitori di libri, ebook e audiolibri. Ma voi ci credete? Io, sinceramente, no. Lo dimostrano il calo di vendite dei libri e il fatto che, almeno per esperienza personale, lettori ne conosco pochi, lettori forti quasi nessuno.

La mia opinione è che manca la promozione della cultura e del piacere della lettura in Italia. I cultori della lettura sembrano organizzare eventi autoreferenziali e tramite i mezzi di “massa” arriva sempre più chiaro il messaggio che della lettura non frega più niente a nessuno. 

Non si cerca più di coinvolgere il pubblico generico e stimolarlo alla lettura. Si cerca, forse, soltanto di mantenere incollati ai libri, chi i libri già li legge. Mentre, culturalmente viviamo l’epoca in cui chi legge e si informa è un insopportabile “radical chic comunista”. 

Insomma, piuttosto che fare discussione e sensibilizzazione, passa il messaggio che sia giusto così: la cultura e la lettura vanno ignorate. Le uniche chiavi per arricchirsi e per sviluppare la propria personalità sono le esperienze di vita.

Ma io, per quanto avventurosa possa essere la vita della singola persona, penso che un non-lettore viva un’esperienza monca. Chissà quante avventure e quante storie si è perso. Quanti sogni ha ignorato, per confrontarsi soltanto con una realtà fatta di rotture di… 

C’è, inoltre, connaturato a questo calo dei lettori, l‘emergere degli scrittori non-lettori. Il fenomeno aberrante di cui si parla, ormai, in ogni dove. Dicono un po’ tutti che sempre più scrittori emergenti si affacciano al mondo dell’editoria senza essere adeguatamente informati, perché hanno letto poco. A me la cosa lascia sempre di stucco. Come puoi appassionarti alla scrittura se leggere ti annoia? 

Non voglio fare il professorino, quindi, mi rimetto a voi.

Che ne pensate?

 

57 pensieri riguardo “Leggere: che noia! Parliamo insieme del calo dei lettori

  1. Questo tuo post mi ha fatto riflettere e ora che ci penso bene i lettori che conosco, escludendo il web ovviamente, sono davvero davvero pochi. Si contano sulle dita di una mano e sono comunque lettori abbastanza deboli.
    Non so per quale motivo non si legga, ma i libri sono visti abbastanza male
    Spesso mi è capitato di sentirmi guardata dall’alto al basso perché mi piace leggere, come se dovessi vergognarmene. È triste.
    Non so che cosa possiamo fare per cambiare .
    Sicuramente nel nostro piccolo un po’ di divulgazione cerchiamo di farla!

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  2. Ti risponderò in modo più articolato quando sarò rientrato dalla passeggiata con Puck, per ora mi limito a aggiungere alle tue considerazioni il problema dell’analfabetismo di ritorno: stando a quanto risulta da indagini sociologiche, è addirittura del 30% la quota di cittadini italiani tra i 25 e i 65 anni che, pur avendo compiuto studi regolari, almeno per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, soffrono di gravi limitazioni nella comprensione del testo scritto e nella formulazione di pensieri coerenti e sensati. Quasi un italiano su tre, in concreto, non sa leggere né scrivere…

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  3. Ciao Giovanni, qui ci sarebbe da discuterne per ore, perché per ogni frase che potrei dirti ci sarebbe da fare una disamina, comunque, io credo che non è vero che ci sia un calo di lettori in generale, penso ci sia un calo per genere. Come hai accennato, in Italia ci sono tanti scrittori, i quali, scrivono per la maggior parte di temi inflazionati, quindi, si finisce per leggere e scrivere principalmente di quei generi. Praticamente, gli altri, quelli di nicchia o meno battuti, subiscono un calo nelle vendite. Un altro problema, secondo me, è dato dalla carenza o abbondanza di recensioni. Se scrivi un genere di massa riceverai più recensioni rispetto a chi scrive argomenti di nicchia, il che influenza inevitabilmente le vendite. Attualmente, nell’era digitale, i giovani (ora parlo come mio padre) sono avvantaggiati, perché comunicano bene con i loro coetanei. Anche se nessuno lo dice, loro sono una buona parte del sostegno editoriale. Un esempio è lo youtuber o influencer di turno che pubblica un libro e vende migliaia di copie in un solo momento. Mi sono trovata per caso a un firma copie in un centro commerciale e sono rimasta letteralmente senza parole. (più di una a dire il vero, e tutte le volte c’era il finimondo) Va beh, mi fermo se no faccio un poema. 😀

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    1. Ma poi è meglio leggere il libro di uno youtuber o non leggere affatto? Secondo me sarebbe meglio piuttosto fare una passeggiata e prendere un po’ d’aria… L’unico merito di quei prodotti è tenere a galla le case editrici, che così possono – si spera – pubblicare anche altro.

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  4. “Le uniche chiavi per arricchirsi e per sviluppare la propria personalità sono le esperienze di vita.”
    Applausi!!!
    Secondo me la lettura è troppo impegnativa per il mondo di oggi.
    Mi spiego meglio.
    Le persone non hanno più voglia di mettersi in un angolo a leggere un libro che non finisce subito, ma che richiede del tempo per poter essere “consumato”. Al giorno d’oggi (e qui parlo come un’anziana) è tutto molto veloce, se ci fai caso ci si trincera dietro il “è colpa del correttore automatico” oppure “ho fretta, non è che posso stare a rileggere il messaggio prima di inviarlo” quando, scrivendo, si fanno degli errori grammaticali o ortografici. E’ una delle ragioni per le quali, secondo me, i blog hanno perso molto del loro mordente. Se pensi a solo dieci anni fa, c’erano tanti blog e tanti blogger. Poi, con l’avvento dei social network (Facebook in primis, che ha aperto le porte a TUTTI) i blog sono andati via via morendo, poiché è più semplice e rapido scrivere una frase singola su Facebook che scrivere un post su un blog.
    Se ci fai caso, le piattaforme di successo hanno tutte in comune la rapidità, sia di scrittura che di lettura: Facebook, Twitter, Instagram. Quest’ultimo, addirittura, parla attraverso le immagini, molto più dirette che le parole. E i libri sono noiosi e vecchi. Anche gli ebook, anche gli audiolibri. Per sapere come va a finire la storia ci vuole tempo. Un film, in due ore, ti ha già raccontato tutto.

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  5. E’ un discorso enorme, ed è difficile trovarne le cause, sicuramente molteplici. Credo che gran parte della responsabilità ricada soprattutto nell’istruzione e nell’educazione che è data alla gente: nelle scuole raramente si insegna il piacere della lettura, e la letteratura è trattata come qualcosa da studiare, da imparare e conoscere fin nelle minime pieghe invece di qualcosa da amare e consumare per puro piacere. Conosco tanta gente che legge poco proprio perché da giovani gli è stata fatta odiare la lettura, magari semplicemente vedendosi imposti libri che non gli piacevano. Io ho la fortuna di aver sempre amato moltissimo leggere, ma ricordo che alle medie l’insegnante di lettere ci imponeva di leggere una serie infinita di libri tutti riguardo la guerra, la resistenza e la mafia. Che è importante, certo, ma sai che se ne fanno dei bimbi di 12 anni di queste cose?
    E’ proprio sbagliato il modo in cui si insegna a leggere, non tanto come decodifica dei segni, ma come fruizione di un testo. Anche se sono più propenso a credere che siano le generazioni più vecchie a leggere meno piuttosto che i giovani: ne vedo sempre un sacco, in libreria, e la cosa mi fa piacere.

    Sono d’accordo quando dici che quello della cultura è diventato un mondo autoreferenziale e chiuso in sé stesso. Dicono di volere che la gente leggesse, ma trattano i non lettori come feccia facendoli sentire inferiori e stupidi, in questo modo allontanandoli ancora di più; si crea un circolo vizioso che nessuno sembra voler abbattere. E il risultato è il primo post che hai condiviso, pieno di arroganza e di malcelato senso di superiorità, oltre che di luoghi comuni: voti a destra perché non leggi e sei ignorante. Io leggo tantissimo, mi informo, frequento il cinema e, quando riesco, il teatro, dovrei avere il profilo di un “radical chic comunista”, e invece ho votato a destra per un sacco di tempo (non così tanto a destra, but still). Ma qui si va su un discorso se possibile ancora più ampio e aggrovigliato per cui un commento su un social non è davvero più sufficiente.

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    1. Sono d’accordo sulla necessità di rendere divertente la lettura: a scuola, salvo materie preferite, tocca leggere e studiare materie di cui non ti importa granché (e, in teoria, devi pure cercare di rendere bene) e dopo che ti sei stancato con questo e con quello, non ne hai proprio voglia, di leggere per conto tuo – così mi diceva una compagnia di liceo, stupita che mi piacesse leggere.
      Aggiungiamo che la selezione di libri che toccano a scuola è spesso triste, troppo lenta, pesante…

      Vuoi che le persone leggano dalla scuola? Ogni tanto, fai leggere anche cose più divertenti, dinamiche e moderne. 50 e 50, introspezione e divertimento.

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      1. Purtroppo questo richiederebbe un lavoro di ricerca e approfondimento da parte degli insegnanti che non tutti sono disposti a fare; dovrebbero loro per primi leggere e scoprire sempre cose nuove, un impegno che spesso purtroppo manca. Nella 4^ elementare in cui ho insegnato l’anno scorso nella biblioteca di classe, messa insieme dall’insegnante di ruolo, presumo, c’erano libri tipo Piccole Donne; qualcuno l’ha preso, ma dubito che in molti siano arrivati alla fine. Bisogna trovare cose più moderne, come dici tu, più in grado di catturare il loro interesse. Altrimenti la lettura non sarà mai un piacere.

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    2. Sono assolutamente d’accordo. Che poi l’ignoranza va a braccetto coi sovranismi e i nazionalismi. Non volevo riportare il luogo comune dell’ignorante vota a destra. Oltretutto negli anni passati sinistra e destra quanto meno ci provavano anche a parlare di problemi reali anziché far solo propaganda becera (la destra) e affogare nell’anonimato (la sinistra).
      Faccio questa specificazione non per te, ma perché sia chiaro a tutti. Ho capito che non ti sei sentito “colpito”.
      Comunque io quando leggevo romanzi pesanti, pensavo sempre: voglio leggere storie più adatte a me e mai che fosse la lettura pallosa in generale. Cosa è scattato nella mia mente che agli altri non è scattato? Comunque le cose sono peggiorate in quelli più giovani di me. I preadolescenti e gli adolescenti di oggi mi fanno seriamente paura. Stanno bruciando gli anni migliori che potrebbero dedicare ai divertimenti e alle passioni.

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      1. In effetti anche a me i libri che studiavo a scuola non affascinavano (alcuni li ho riscoperti dopo, ma è un altro discorso), però ero consapevole che non fossero TUTTI i libri e infatti ne leggevo altri, come te. Cos’è che fa allontanare in toto dalla lettura?

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      2. Secondo me fa tanto anche l’ambiente in cui si cresce. Per esempio, io sono cresciuto in una casa piena di libri, visto che i miei, e soprattutto mia mamma, hanno sempre letto molto, per cui avevo anche un metro di paragone quando c’era qualcosa che non mi piaceva: i libri della scuola me li vivevo come un compito, e magari neanche mi piaceva leggerli, però sapevo che altrove c’erano libri che erano fatti per me. Alcuni dei miei compagni non hanno avuto questa fortuna, e visto che la loro unica esperienza con la lettura era quella fatta a scuola alla fine hanno desistito.
        La scintilla scatta anche perché trovi il libro giusto nel momento giusto: forse se a otto – nove anni non avessi letto Harry Potter adesso sarei diverso e mi vivrei la lettura in modo molto diverso.

        Alla fine la lettura è un’attività molto personale, ognuno se la vive in modo diverso; per dire, siamo cresciuti nello stesso ambiente, però io sono un lettore forte, i miei fratelli no. Leggono, ma molto meno di me. Per cui non credo sia possibile trovare una formula che sicuramente porti la gente a leggere.

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      3. Anche il libro giusto al momento giusto è una formula che non funziona sempre. Conosco centinaia di donne che hanno letto tutta la saga di Twilight, appassionatissime, e poi hanno chiuso con la lettura per sempre. Come se non esistesse altra autrice al di fuori della Meyer in grado di emozionarle…

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  6. Leggere deve essere un piacere, io trovo naturale che la maggior parte delle persone non legga, l’alfabetizzazione è servita solo allo scopo di insegnare a tutti a leggere e scrivere, il piacere della lettura è un altra cosa e non può essere imposto.
    Il post di Tosa è di una stupidità totale, a dimostrazione che se anche leggi…….

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    1. Qui non parliamo di imposizione, ma di statistiche. Cosa ci distingue culturalmente dagli altri paesi in cui si legge? Era questo il punto.
      Che poi per me leggere sia il modo meno impegnativo per sviluppare la propria personalità è un altro discorso. Alla fine ognuno si può “acculturare” come vuole, basta che sviluppi la propria autocoscienza e sappia valutare e argomentare le posizioni che prende, qualsiasi esse siano.

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      1. Ci tenevo a chiarire che sono uomo di sinistra, ma mi sono rotto di questi sinestroidi intellettualoidi che danno più danno che altro.
        Molto dipende anche dal clima, prendi da te, avete il sole sempre,la persone escono, in Svezia sei mesi all’anno vivono al freddo e buio, in qualche modo devono passare il tempo.

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  7. Quante cose ci sarebbero da dire… della mia generazione più giovane posso portare testimonianze su testimonianze di non-lettori e odiatori dei libri, a volte mi sento un caso rarissimo insieme a pochi altri.. credo che manchi l’interesse ma anche qualcuno che stimoli la lettura a dovere, in fondo serve a poco costringere a scuola a leggere libri di Verga di Manzoni e via dicendo, perché non tutti li sanno apprezzare non appartenendo a quest’epoca. Ovviamente non dico che la colpa sia degli insegnanti ma che qualcosa non vada nell’approccio a questo problema. Per quanto riguarda gli adulti, nella mia famiglia c’è chi lavora dalla mattina alla sera, come si può chiedere loro di leggere in quelle poche ore di riposo che hanno? Forse nemmeno io lo farei, potendo scegliere guarderei un film con la famiglia. E questo è un problema più ampio perché riguarda i ritmi di lavoro che spesso sono assurdi. Un ultimo discorso sono gli scrittori non-lettori, e ci metterei anche i giornalisti non-lettori.. trovo dei refusi allucinanti anche su pagine di quotidiani famosi.. poi mi stupisco se pubblicano i libri dei calciatori e dei personaggi famosi anziche qualche bel testo d’autore..

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  8. io sono sempre stato legato alla lettura, prima ai topolini e poi i romanzi; in famiglia tutti leggono e abbiamo una raccolta di libri familiare in cantina e io e mia sorella una raccolta personale per camera.
    ora sto leggendo a rilento The seventh son in inglese, è stancante dovere capire in madrelingua non propria…

    io mi faccio influenzare parecchio dai film i libri e i videogiochi che vivo, non capisco come qualcuno possa scrivere ff o original senza avere mai letto nulla!

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      1. Un blogger che seguo, “indagando” sulle community dedicate al rosa, ha scoperto che è un genere seguitissimo.
        A istinto – non l’ho letto – direi che After abbia una porzione consistente di rosa, unite ad ampie quantità di tristezza adolescenziale. Gli adolescenti adorano deprimersi, ogni tanto.
        Se l’autrice è una ragazza molto tipica, le basta scrivere per sé, per beccate milioni di adolescenti simili a lei, con le stesse fantasie 😛

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      2. Per me è complessissimo scrivere dei romanzi rosa originali. Stimo chi ci riesce.
        E ringrazio le lettrici che mantengono in piedi l’editoria.
        Bisogna chiedersi perché non si riesca a interessare allo stesso modo gli uomini alle letture, visto che in tutte le fasce d’età risultano meno propensi a leggere. 🤔

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      3. Forse servirebbe più curiosità, per sperimentare e scoprire i propri gusti.
        Basterebbe anche la consapevolezza che se ti piace un genere di film, esistono libri che raccontano quelle storie, ma anche altre del genere 🙂

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      4. Ma poi, diciamocelo, a tutti i ragazzini vengono regalati i libri. Bisognerebbe anche aprirli per farsi un’idea.
        Forse è che ai miei tempi i videogame e la tecnologia erano limitati e necessariamente passavamo il tempo con Piccoli Brividi, mentre adesso ci sono troppe distrazioni. Ma rimane il problema del perché ci differenziamo risperro alle altre nazioni.

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  9. Il post politico: la pochezza e l’ignoranza le ho sempre viste in tutti i lati del parlamento, ahinoi… magari fosse solo appannaggio di un unico lato, sarebbe più facile scegliere chi votare!

    Sul secondo post, secondo me bisogna cercare responsabilità e cause, così da capire dove lavorare per migliorare le cose.
    A parer mio, le cause sono tante – e di certo non sono gli spauracchi indicati da persone in cattiva fede e in vena di caccia alle streghe…
    Uno dei motivi, a parer mio, è che leggere è impegnativo e ci si dedica alle cose impegnative solo se ci divertono tanto, oppure se non abbiamo scelta e ci tocca farlo per non perdere qualcosa di valore.
    La perdita di flessibilità di pensiero, di grammatica corretta e di lessico è un danno non facile da quantificare, perciò chi molla totalmente la lettura potrebbe non accorgersene – e chi non ha “mai” letto lo noterà anche meno, salvo una forte capacità introspettiva.

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    1. Ho specificato di tralasciare l’aspetto politico. Anche perché secondo me bisogna anche distinguere crudeltà, discriminazione e ignoranza. Ma viene un discorso molto complicato e non volevo cadere in un dibattito politico.

      Riguardo al parlare bene. La cosa che stupisce è che i nostri nonni sapevano bene di non sapere parlare bene, se non avevano fatto le scuole. Gente più giovane invece non riesce ad accorgersi dei propri limiti. Perché?

      Comunque non voglio fare il polemico. Volevo solo stimolare discussioni. 😊

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  10. Credo che sia una cosa davvero triste che in Italia si legga così poco. Non dico che bisogna trascorrere ore al giorno sui libri, ma riuscire a ritagliare mezz’ora o un’ora del proprio tempo per immergersi nella lettura è importante. E, cosa fondamentale a parer mio, è trovare il genere che piace. Se una persona inizia a leggere un libro che trova noioso, poi lo abbadona e magari non si impegna più con altri libri pensando semplicemente che leggere non è bello. Invece, secondo me, bisogna cercare quello che fa per noi. Una volta trovato un genere che piace, andare avanti e leggere è una passeggiata.

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  11. Leggere è importantissimo. Allena la mente e sviluppa la fantasia. Non è solo questione di cultura.
    Purtroppo però viviamo in un epoca in cui “fa figo” dire “non leggo un libro dal liceo e preferire l’annullamento mentale di un qualunque “temptation island” piuttosto che impegnarsi nella lettura di un libro.

    Appena riesco scrivo 78parole su 3-4 libri per l’estate 😉

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  12. Secondo me gran parte del problema sta nel sistema scolastico. Io al liceo leggevo solo i libri che ci davano da leggere obbligatoriamente. Solo di Jane Austen ho letto tutte le opere senza imposizioni.
    Una volta finita la scuola ho scovato altri autori.
    La mancanza di tempo è solo una scusa, quando lavoravo leggevo durante i tragitti sul bus od in pausa pranzo. Se si ha piacere a farlo il tempo lo si trova.
    Il discorso politico è un po’ qualunquista, ma è altresì vero che più si legge più si apre la mente e sarebbe bene leggere/informarsi di più su ciò che succede od è successo nel mondo perché ci sono molte persone più o meno giovani che credono solamente a ciò che leggono sui social e qui si scrive di tutto senza alcuna verifica.
    Mchan
    Ps: hai scritto di autori che non hanno mai letto un libro, ma vogliamo parlare di youtuber adolescenti che scrivono bestsellers, tali solo perché comprati dai loro follower? Se togli questo genere gli italiani che non hanno letto un libro durante questo anno sono anche di più.

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  13. DALL’ARTIICOLO CHE RIPORTA I DATI SUL LEGGERE O QUANTO SI LEGGE NEL NOSTRO PAESE NN TRAGGO NESSUNA MERAVIGLIA. SONO DEL PARERE CHE LEGGERE è INUTILE!SONO UNO CHE FA PARTE DI QUEL 60%. LA VITA E’ SUPERARE IL PENSIIERO DI QUEI PERSONAGGI CHE PER SODDISFARE LA PROPRIA INSODISFAZIONE DATE DALLA VITA METTONO SU DIVERSI FOGLI STORIE, PAROLE MESSE 1 DOPO L’ALTRA PER TRANNE PROFITTO ECONOMICO. VIVERE E’ TUTT’ALTRO! A VOLTE GUARDANDO (SPESSO MI CAPITA IN SPIAGGIA) MI CHIEDO Perché LUI O LEI KE STA LEGGENDO SI PRIVA DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI? NON GLI VIENE MAL DI TESTA?
    VIVERE E’ ALTRA COSA:
    RELAZIONARSI COL PROSSIMO
    AMARE
    VIAGGIARE

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