Mai Senza Parole #8

Oggi nel mio diario di viaggio, ho scelto di affrontare una tematica molto intima e parlare di quello che è un grosso e persistente problema per me: gestire l’ansia.

Possiamo dirlo tranquillamente: viviamo in anni in cui essere ansiosi è diventata quasi una moda, quasi un trend di cui parlare sui social. Le meme sull’ansia si sono sprecate nel tempo, ma la verità è che l’ansia è un vero problema, capace di complicare la vita a coloro che non riescono a tenerla a bada.

anxie

Ciò che è veramente preoccupante, se vogliamo parlarne seriamente, è che l’ansia sia così diffusa nella nostra società da essere diventata quasi un riferimento culturale. È come un personaggio di una serie o come un attore famoso. Tutti, ormai, sappiamo cos’è l’ansia e quanto ci scartavetra i cosiddetti nei momenti in cui avremmo bisogno di lucidità.

Certo, ovviamente non tutti sono ansiosi allo stesso modo e non tutti finiscono per esserne assorbiti, ma è un dato di fatto che sia sempre più un problema diffuso. Io non so se sono le minori chance di avere successo, di fare carriera, la tendenza a essere soli nell’affrontare i problemi o il fatto che la nostra routine sia fatta di scadenze e di tempi che corrono via da noi, ma è vero che siamo incredibilmente ansiosi e che spesso non riusciamo a parlare d’altro che non sia la nostra ansia.

Vi ha fatto divertire, in un precedente post, una frase in cui affermavo di avere l’ansia di avere l’ansia. Ma quando entri nel tunnel dell’ansia anche lo stesso stato psicologico diventa una delle paure costanti. Inizi a pensare a come ti farà stare una determinata situazione e stai male non tanto per la situazione ma per come sai che la gestirai.

Worried thinking woman

Almeno nel mio caso, me ne rendo conto, l’ansia è diventata qualcosa di più grande delle vere e proprie sfide che devo affrontare. Faccio un esempio: sono sempre stato spaventato dai fallimenti e quando mi approccio a un esame/compito con una valutazione, non sono in ansia per il compito in sé ma per il momento in cui verrò giudicato.

Da questo discorso si arriva dritti dritti a un collegamento. Credo, infatti, che non ci possa essere ansia se non ci sia un fondo di insicurezza. E quello che mi fa davvero arrabbiare è che la società moderna sia un inesauribile produttore di insicurezze. Sembra sempre di più che NON tutti otterremo ciò che desideriamo, che solo i veri numeri uno arriveranno dove vogliono e che gli altri… Beh agli altri sarà destinata una vita di cavoli amari. Da questo presupposto non può che scatenarsi un’insicurezza clamorosa, perché poni l’asticella sempre più in alto. E più la poni in alto, più non ti senti in grado di superarla. La vedi così alta quella dannata barra che non provi manco più a saltare, e allora ti sale l’ansia per le conseguenze di non aver saltato.

Rendo l’idea?

Mi rendo conto anche che, tra insicurezza e ansia dilaganti, nella società si stiano creando due modelli comportamentali. Da una parte ci sono quelli sicuri, gli “overconfident”, quelli che ti sbattono in faccia quanto credano nelle loro capacità e si vantano di ciò che ottengono. Dall’altra ci sono quelli che si tengono tutto dentro (io sono in questa categoria), che soffrono per le loro insicurezze e che non si metterebbero mai al centro dell’attenzione.

La cosa ironica, però, è che, a mio modo di vedere, anche gli sbruffoni stucchevolmente arroganti sono, di base, delle persone insicure. Non hai bisogno di vantarti se non sei insicuro, non hai bisogno di dirti che sei bravo da solo se non sei insicuro. Se lo fai, qualche problema ce l’hai: sai benissimo che ti senti sotto a un treno, se non provi a sentirti superiore agli altri. Ed è un processo mentale distorto e malsano almeno quanto quello di coloro che “subiscono” questa società competitiva e questa assenza di prospettive.

Non so se sono i tempi, la disoccupazione, la crisi o l’olio di palma, ma so che l’ansia (che va di pari passo con l’insicurezza) è qualcosa di molto complesso che merita l’attenzione di tutti. Siamo tutti, più o meno, delle persone ansiose, pertanto sarebbe bene essere comprensivi con chi ha delle difficoltà apparentemente inesistenti e ricordarsi che alle persone ansiose non bisogna mai dire “stai tranquillo/a”.

Ecco, chiudo l’articolo con un piccolo consiglio: quando vi relazionate con una persona ansiosa, date sempre dignità al problema – anche presunto – che sta vivendo, e poi (SOLO DOPO) ditele che andrà tutto bene (ma solo se lo pensate davvero).

12 pensieri riguardo “Mai Senza Parole #8

  1. Credo che la gente sia sempre stata ansiosa; oggi, semplicemente, la avvertiamo più amplificata grazie all’uso dei social che permette a tutti di condividere come si sente e sentirsi in un certo senso legittimato. Il problema è che, come dici anche tu, rischia di diventare una moda, come molte cose che diventano virali su internet, popolando il mondo di poser che rischiano di sminuire il serio disagio di chi davvero vive condizioni ansiose.

    Io non posso dire di esserlo; certo, ci sono momenti in cui mi sento ansioso, soprattutto quando credo di non stare bene (sono più ipocondriaco che ansioso), ma difficilmente ne faccio un affare pubblico, un po’ perché penso che, tutto sommato, non interessi a nessuno e un po’ perché so che si tratta di una cosa che prima o poi passerà.

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  2. Concordo sul fatto che molti abusano del termine “ansia” (come poi anche di “depressione”) quando sono solo nervosi per qualcosa. La patologia mentale è una cosa, la tensione per una situazione contingente e risolvibile è un’altra…

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  3. Stai tranquillo tutto andrà bene, non ti preoccupare. (scherzo)
    E’ caratteriale, o le sei o non lo sei. Io per esempio il meglio di me lo do quando sono sotto pressione.
    Il problema forse nasce da quando alta uno si mette l’asticella, o il non considerare una soluzione alternativa.

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  4. Sentiamo così spesso parlare di ansia che sta diventando difficile distinguere quando sia vera ansia da quando sia un modo di dire… ho un’amica che lo ripete più volte al giorno tutti i giorni, “che ansia!”, e ammetto che anche a me sfugge quasi fosse un intercalare… poi abbiamo tutti i nostri momenti di ansia, non penso sia un fatto comune alla nostra epoca, semplicemente ci sono più fonti di ansia rispetto a prima, mettici il confronto con gli altri, con i modelli ideali che abbiamo sempre sotto gli occhi.. rispondere “stai tranquillo” è deleterio, quasi quanto rispondere “supererai anche questa” a chi ha un problema 😀

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  5. L’olio di palma c’entra sempre e comunque! 😂 scherzi a parte, condivido tutto ciò che hai detto, e ti faccio i complimenti per la lucidità e la sincerità con cui ne hai parlato!

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