Coronavirus: no, non avete il diritto di uscire di casa!

Oggi mi prudevano le mani. Non sono riuscito a trattenermi.

Ieri una pagina facebook che seguo ha riportato uno screenshot di una ragazza che affermava che uscire di casa era un suo diritto civile e che, una volta informata adeguatamente sui rischi che correva col contagio, non poteva essere costretta a non scegliere per se stessa (eventualmente scegliendo di uscire).

Io immagino che molti, come lei, in questi giorni si stiano chiedendo se non ci sia un modo per ribellarsi, per uscire fuori di casa e godersi un po’ di questo sole primaverile.

In realtà la libertà personale è inviolabile e garantita dall’art. 13 della Costituzione. Tuttavia la stessa disposizione enuncia la possibilità di limiti alla stessa, per disposizione di legge (come accade nel caso dei decreti recentemente emanati), oltretutto motivati dall’urgenza conclamata che sta vivendo il nostro paese.

Quindi, sì, a tutti gli effetti abbiamo il diritto di fare quel che cacchio ci pare, ma non in questa situazione. Non quando la legge ci impone di stare a casa e di rispettare un obbligo.

Ma più che giuridico, in questa situazione, io direi che il problema è umano e sociale. Se, dopo aver visto le camionette che portano le bare e sentito di quanto sia tragico per i malati di coronavirus morire senza avere nessuno accanto, il nostro pensiero è “che palle voglio uscire” c’è qualcosa che non va. Abbiamo perso ogni briciolo di empatia.

Riferendomi a quanto aveva detto la ragazza in questione, voglio anche dire che il virus non è qualcosa che si può decidere di contrarre in modo indipendente da chi ci circonda. Se lo prendi tu, esponi a un rischio altissimo chi vive accanto a te. Quindi, il tuo stare male (e nel tuo caso uno stare male consapevole) porta alla malattia tutti i tuoi parenti. Non credi che anche questo dovrebbe essere messo in considerazione?

E’ così difficile pensare al bene comune?

Ieri sentivo di gente che faceva cento chilometri per andare a prendere la ricotta o di gente che portava a spasso i cani a chilometri e chilometri da casa. Ma siamo davvero arrivati a questo? Con un virus che, giorno dopo giorno, appare sempre più letale e spaventoso la nostra vera sfida è rimanere a casa? E pazienza se per qualche giorno non ci godiamo questo sole. Avremo tempo di recuperare il tempo perso e il nostro sacrificio garantirà altro tempo alle persone che ci circondano.

Insomma, un briciolo di empatia. Ok, che abbiamo imparato a pensare solo al nostro orticello, ma smettiamola di urlare al mondo quanto siamo cinici, autoreferenziali ed egoisti.

28 pensieri riguardo “Coronavirus: no, non avete il diritto di uscire di casa!

  1. Sai cosa? Forse in televisione dovrebbero mandare più servizi che mostrano come vengono curati i malati, e come muoiono. Secondo me varrebbe più di ogni divieto. Purtroppo, soprattutto in Italia, vietare una cosa equivale a renderla irresistibile.

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      1. Purtroppo sì. Ma secondo me ci hanno anche nascosto certe verità, forse per evitare il panico, e così hanno ottenuto l’effetto opposto. La stiamo prendendo sotto gamba.

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      2. il nostro libero arbitrio, quello che quella ragazza invoca si ferma quando tocca la sfera altrui. Quando con poco buon senso rischio di trasmettere il virus a persone del tutto ignare beh! credo che posizioni così deliranti possano essere curate prendendo questa gente e metterle negli ospedali a mani nude. Forse capirebbero che la loro libertà non deve incidere sulla libertà degli altri.

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  2. Non è così Giovanni, tra i decreti emanati dal Governo e come la Protezione Civile ha chiarito in una conferenza non c’è nessun divieto alla passeggiata e se non c’è alcun divieto vuol dire che non c’è alto rischio, ovvio, non è consigliato, però da soli o genitore e figlio, diamine, possono uscire, altrimenti ci si ammala a stare in casa.
    – Mic

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    1. Purtroppo questo post ha ingenerato confusione.
      Innanzitutto nella mia regione anche quelle uscite che hai menzionato tu sono già state vietate. Oltretutto io sono sicuramente un sostenitore delle persone intelligenti che escono, vanno a correre e rispettano le regole.
      Purtroppo però ci sono milioni di cretini che non riescono. Questa è la ragione per cui man mano ci stanno privando di tutto. In questa situazione, dunque, direi che manifestare il rispetto per le regole – siano anche non condivise – sia il miglior modo di dare l’esempio.

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      1. Se la situazione non fosse assurda ti darei ragione, ma dato che lo è, prorpio non ci riesco. Per situazione assurda intendo che Conte ha dichiarato di dare trasparenza alle informazioni, ma qui il trasparente è appannato e questo mi puzza. Non so a voi…

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      1. sì ma tanto finke la gente se ne frega è un gran ciaone
        io nn esco seriamente di casa da almeno tre settimane e uscivo poco anche prima della quarantena fosse ufficiale perke sentivo non fosse sicuro
        MAH

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  3. Io ci ho rinunciato. Ogni giorno da casa mia sento diverse ambulanze che passano, e nello stesso momento vedo la gente che passeggia spensierata in branco lungo il marciapiede. Non mi sento nella posizione di fare la predica a nessuno, visto che inizialmente anche io l’avevo presa molto sottogamba, ma nel momento in cui la gravità della situazione è stata chiara ho fatto del mio meglio per seguire le disposizioni che ci sono state date: sono uscito di casa l’ultima volta sabato scorso per fare la spesa, e tra un’ora saranno sette giorni consecutivi che non metto il naso fuori dalla porta se non per andare in cortile a buttare la spazzatura. Il problema è che, di questo passo, non ne verremo mai fuori in tempi brevi.

    Purtroppo secondo me adesso paghiamo l’atteggiamento che abbiamo sempre avuto nei confronti delle regole. Nel corso dei decenni – non degli anni, dei decenni – ci è sempre più stato dimostrato che in Italia chi fa il furbo vince, mentre chi rispetta le regole viene fatto passare per un cretino. Ci è stato dimostrato che non è necessario rispettare le leggi, perché tanto non ci sono mai conseguenze. Tutto il lassismo, il quieto vivere, il condonare, tutti i “sono solo ragazzi”, i “eh, cosa vuole che sia, signora mia”, i “ma si, tanto lo fanno tutti”; ecco, ci hanno insegnato che non vale la pena rispettare le regole, e non lo facciamo neanche adesso che quelle regole sono fatte per salvarci la vita. E’ un problema che è sempre stato sototvalutato, ma che adesso si impone in tutta la sua gravità; temo però che richiederà moltissimi anni e moltissimo lavoro per essere risolto – se mai sarà possibile farlo.

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      1. C’è stato anche un gravissimo problema di media, che hanno dato per settimane notizie contraddittorie anche all’interno della stessa edizione del telegiornale. Per non parlare, ovviamente, della fuga di notizie dalla regione Lombardia alle testate italiane e straniere, che prontamente hanno dato aria alla gola senza minimamente pensare alle conseguenze.

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  4. Io esco per fare i servizi con la Misericordia (ordinari, per fortuna, non legati al coronavirus), e ho comunque il timore di imbattermi nei controlli. Non capisco come certe persone facciano come vogliono, in barba alle regole. Abbiamo perso del tutto il senso civico?
    In ogni caso, ho condiviso l’articolo anche nel mio blog. Magari aiuta a diffondere il messaggio 🙂

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  5. errore nel trattare questa epidemia che sta sfuggendo di mano è che si ha il timore di perdere voti e la faccia e si fanno decreti troppo blandi. La cina, non sarà molto democratica anzi di molto poco, ha bloccato milioni di persone, Wuhan conta oltre sette milioni, per settimane in casa e hanno bloccato il contagio. Noi per paura non siamo riusciti a bloccare 50 mila persone della prima zona rossa. Abbiamo consentito alla gente di muoversi liberamente per l’Italia e all’estero, andare in vacanza come se il virus non li avrebbe sfiorati. Poi sempre il timore di contraccolpi economici abbiamo chiesto di usare lo slogan #iorestoacas come se bastasse questo per esorcizzare paure e contagi, ben sapendo che gli italiani sono allergici alle regole e alle misure di prevenzioni.
    Abbiamo voluto le regioni? Abbiamo concesso poteri ai pigmei locali – tradotto politici -? Ebbene lo stato centrale si è ritrovato con le mani legate senza possibilità di incidere. Basta leggere le ordinanze regionali per capire come tira il vento.
    Chiedere di stare in casa, quando poi consenti agli anziani, quelli più deboli, di andare alle poste per ritirare la pensione.
    Chiedere di stare in casa, quando poi consenti alla gente di uscire per correre, passeggiare e cazzeggiare mi sembra delittuoso. Mi fermo qui ma ci sarebbe ancora molto da dire.

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  6. Io sono dell’idea che la mia libertà finisce quando va a ledere lo spazio vitale di un altro essere e viceversa. Purtroppo però viviamo in un periodo storico in cui non si può nemmeno più sgridare un allievo senza andare incontro ad un reclamo figuriamoci altro. Io avrei fatto come in Cina e chissene dei diritti individuali, si dovrebbe comprendere che la salute viene sempre prima di tutto, ma purtroppo anche dai piani alti il messaggio iniziale non è stato questo. Ed i messaggi che continuano a mandare (sia dal governo che dagli addetti ai lavori in campo sanitario) sono abbastanza contraddittori.
    Io capisco che stare rinchiusi in casa per gente che è abituata a stare sempre in movimento non sia facile, ma siamo nel 2020 e di strumenti per passare il tempo e connetterci con il resto del mondo ne abbiamo a iosa, per cui tutta questa insofferenza la trovo assurda.
    Mchan
    Ps: dalle mie parti fortunatamente non si vede gente in giro nemmeno con il cane. Giusto la fila per entrare al supermercato (qui dietro l’angolo), distanziati di anche più di un metro e muniti di mascherina. Siamo abbastanza disciplinati devo ammettere.

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