Body shaming e problemi di alimentazione: quanto fa male l’ironia sui chili di troppo?

Un punto sempre dolente

In questi giorni mi sono ritrovato a parlare con delle persone a me care di peso e di aspetto fisico.

Si tratta di un argomento che mi riguarda in prima persona e che trovo veramente delicato da affrontare. Ciononostante, ho deciso di parlarne sul blog. 

Penso che sia fondamentale, infatti, prendere la parola sul body shaming e condividere la mia esperienza con chi avrà la pazienza di leggere il post. 

Cosa significa essere “plus size”?

L’altro giorno mi sono reso conto che, arrivato a ventisette anni, ho vissuto appena otto anni della mia vita senza essere sovrappeso (e non so fino a che punto contino i primi sei anni della mia esistenza). 

Quindi, nessuno meglio di me sa cosa significa avere problemi di peso e avere un rapporto complicato con il proprio aspetto. 

Però, vorrei sottolineare una cosa: essere una taglia forte non significa soltanto che “me godo la vita e magno gli spaghetti”. Spesso significa anche avere un reale problema di alimentazione che può essere connaturato a tanti altri aspetti della personalità e magari anche a delle difficoltà di natura psicologica. 

Niente ironia

Ho deciso di scrivere questo post perché ho sentito parlare una persona a me vicina di quanto faccia male sentire battutine sul proprio aspetto. 

Avere qualche chilo di troppo, ve lo rivelo in esclusiva, non è una cosa che fa ridere. 

Vi assicuro che è terribile quando qualcuno viene da noi, ci tocca come se fossimo dei pezzi di carne, e si mette a ridere del nostro peso. Mi sono sempre chiesto “cosa c’è da ridere se non riesco a perdere peso?”. Mi sono anche chiesto chi ha autorizzato altre persone a toccarmi la pancia, sogghignando come una sfinge, ma questi son dettagli. 

Che poi, va detto, spesso le persone sovrappeso sono le prime a rendersi conto del problema e a non apprezzare il proprio aspetto. Quindi, non abbiamo bisogno che qualcuno ci avvisi che abbiamo qualche chilo di troppo. 

Non dipende solo dalla alimentazione

Nel mio caso (e in quello di molti) i problemi di alimentazione sono correlati a 360° con il tipo di vita che vivo.

Vivo in una famiglia in cui si mangia tanto e bene, quindi per me è già più difficile fare la dieta o comunque tenere sotto controllo il numero delle calorie (senza cadere in tentazione), ma è ancora più difficile perché il mio peso dipende anche dalla mia salute mentale.

Ci sono tante battaglie che combatto nella mia testa che assorbono le mie energie e spesso il cibo è una semplice via d’uscita. Mangiare dà una soddisfazione istantanea, specialmente quando si tratta di dolci (ai quali non riesco proprio a resistere). Per questa motivazione, del mio peso non riesco a ridere.

Quando persi peso (ormai sette anni fa), mi costrinsi a un regime alimentare così severo che non mi spiego davvero come riuscii a farcela. Adesso mi sembra impossibile anche fare la dieta per più di una settimana. Fallisco di continuo. 

E il mio caso è il caso anche di tante altre persone che – ritengo – non hanno bisogno di qualcuno che rida del loro aspetto. 

Trovare il modo di valorizzarsi

Ho capito, però, che, qualsiasi sia il proprio peso, bisogna trovare il modo di stare bene, in salute e di piacersi almeno un po’ quando ci si guarda allo specchio. 

E’ sbagliato odiarsi a causa del proprio peso. 

A volte, inoltre, curare con un po’ più di attenzione il proprio guardaroba può davvero fare la differenza sulla percezione che si ha di noi stessi. 

Certamente, quando si rischia la salute, bisogna intervenire e chiedere aiuto per evitare che il peso diventi un fattore lesivo per il nostro benessere. Ma non possiamo farci venire le paranoie per qualche chilo di troppo che non se ne vuole andare via. 

Conclusioni:

Spero di non essere risultato pesante o inopportuno con questo post. Avevo soltanto voglia di sensibilizzare su un argomento che mi sta a cuore. A volte, si tende a sottovalutare l’importanza che ricopre il peso nella mente delle persone in carne e ci si lascia andare a facili ironie che possono essere assai dannose. 

8 pensieri riguardo “Body shaming e problemi di alimentazione: quanto fa male l’ironia sui chili di troppo?

  1. Ciao Giovanni, questo è un argomento serio, che va valutato in modo altrettanto giusto. Ti parlo della mia esperienza. Ero in sovrappeso, lo sapevo, ma semplicemente non mi rendevo conto di quanto. Sono molto auto ironica, quindi, ho sempre anticipato gli stolti, togliendogli la possibilità di ferirmi. Ciò non toglie che qualcuno ci sia riuscito lo stesso. Poi un giorno, lo stesso in cui ho deciso di cambiare anche vita lavorativa, mi sono messa a dieta e sono dimagrita. Ho fatto un gran lavoro su me stessa, sia dentro che fuori, e oggi ho un peso nella norma. Ti confesso, però, che a volte mi sento ancora quei chili in più e quando ascolto qualcuno deridere una persona in sovrappeso, ci rimango male come se fosse rivolto a me. Accettarsi per come si è, è corretto, ma cercare di stare meglio, in linea generale non solo per il peso, è necessario, perché significa volersi bene.

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  2. Argomento serissimo e post molto interessante. Secondo me non è solo questione di alimentazione, comunque: tante volte si può perdere peso senza diete strette o difficili da seguire ma magari provando a fare più attività fisica, se possibile!

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  3. Io mi son vestita da ragazzo fino ai 22 anni. Avevo subito abusi a 4 anni. A 4 anni non mangiavo più e nessun dottore capiva il motivo. Quindi non ho accettato il mio corpo femminile. E ho cercato di distruggerlo col cibo. Volevo essere un ragazzo perché avevo paura di essere violentata di nuovo. Questa paura mi ha causato molta vergogna. Mi sono sempre coperto il seno. L’ho schiacciato. Non volevo avere un corpo femminile perché sapevo che gli uomini lo amano solo come oggetto da possedere. Sono passati molti anni e io sono molto diversa adesso. Ho i capelli lunghi, trucco e mi vesto sempre come una donna. Ma gli uomini non sono cambiati affatto. Io prima mi coprivo sempre. Adesso invece non mi frega di nessuno e mi vesto come mi piace. Non m’interessano i giudizi degli altri.

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  4. C’è da dire che non solo chi è sovrappeso subisce il body shaming. Sono sempre stata sotto peso, pur mangiando tutto ciò che posso e voglio e pur non facendo attività fisica esagerata. Da ragazzina invidiavo moltissimo le mie compagne di classe che erano formose e corteggiate. Io invece sembravo sempre una bambina: senza seno, senza fianchi, di certo non potevo essere un’attrazione per i ragazzi. E c’era sempre qualcuno che mi chiedeva se mangiassi, come mai ero così magra, dicevano che invece di essere sexy io potevo solo essere seccasi e così’ via. Ho sofferto per la mia magrezza eccessiva, molto. Ora ho passato i 50 ed ancora sono magra e tonica, senza alcuna dieta. E’ la mia piccola rivincita su chi mi ha preso in giro.

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