Meglio una bella storia scritta male o una brutta storia scritta bene?

LA QUESTIONE 

Ciao, amici lettori, e bentornati sul blog.

Oggi voglio entrare su una diatriba particolarmente interessante che coinvolge le varie community di scrittori. 

Sono tanti i gruppi, infatti, in cui si discute se sia meglio leggere (e, di conseguenza, scrivere) una bella storia scritta male oppure una brutta storia scritta bene. 

PREMESSA

Alcuni chiarimenti preliminari su ciò di cui stiamo parlando.

Si intende bella storia una storia progettata a dovere, con personaggi ben caratterizzati, una trama accattivante e con colpi di scena. Insomma, una storia che ha una sua credibilità e che riesce ad appassionare.

Più difficile è dire quando una storia sia ben scritta perché i gusti e gli stili cambiano. Diciamo che esistono una serie di regole che stabiliscono un canone. Insomma, un romanzo dovrebbe essere scritto rispettando alcune regole, che non valgono per gli altri tipi di scrittura. Per fare un esempio, una storia ben scritta è una storia che ha un certo ritmo, che non ricade nel lirismo inutile, che non iperdescrive e che non usa perifrasi ed espressioni poco chiare. Per essere ben scritta, ovviamente, la storia deve essere in un italiano corretto. 

LA MIA OPINIONE

Adesso, state bene attenti. Farò un discorso abbastanza lungo per arrivare alle conclusioni perché penso di non potermi esprimere sull’argomento senza fare riferimento alla mia esperienza e a ciò che ho imparato nella mia “carriera” da scrittore indipendente.

Negli ultimi mesi ho iniziato a studiare un po’ di narratologia e, devo ammetterlo, ha aperto molti dei miei orizzonti su come un libro contemporaneo dovrebbe presentarsi. Chiariamoci, le regole di scrittura creativa sono un vero rompicapo ed è assolutamente impossibile sentirsi liberi di creare, qualora si accettino tutte le regole come precetti inviolabili. Tuttavia, conoscere le regole serve per avere consapevolezza quando si scrive, ma conoscerle permette anche di avere chiaro quando un libro è ben scritto e quando non lo è. 

Penso, infatti, che approcciarmi alla narratologia sia servito anche a me per diventare un migliore “recensore”. Troppe volte, infatti, sulla blogosfera e – soprattutto – su Instagram noto che molti fraintendono cosa sia una recensione. La recensione non è soltanto dire se un libro è piaciuto o meno, ma è anche analizzarlo, nei suoi punti di forza e di debolezza. E una riflessione sullo stile dell’autore può anche aiutarci a chiarire le idee sul perché qualcosa ci convinca o meno.

Tutto questo preambolo per dire che, con la consapevolezza che ho acquisito, mi rendo conto che esiste ed è fondamentale che un romanzo rientri in un “canone di letterarietà“. E questo canone, per me, ha molto più a che fare sul come si scrive che sul cosa si scrive. 

Per questa ragione, sono arrivato alla conclusione che è molto meglio per un lettore leggere una brutta storia scritta bene che una storia appassionante scritta male. 

Alla fine, i contenuti possono essere percepiti in modo soggettivo dal lettore, mentre lo stile dell’autore rimane requisito fondamentale per chiamare una storia libro o qualcos’altro. 

Dai un’occhiata al mio ultimo libro: Cronache di un vampiro – Canto della terra 

5 pensieri riguardo “Meglio una bella storia scritta male o una brutta storia scritta bene?

  1. Sono anche io della tua opinione difficilmente può appassionare una bella storia scritta male. Se non c’è una progettazione, anche minima, per me è incomprensibile e quindi è già “brutta”. Questo non significa che siamo esenti da errori, anzi! Però anche qui, solo su wp, un post non curato si nota subito, io tendo a non proseguire la lettura. Questo vale anche per i romanzi.

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