Non sono una signora: il programma ostracizzato dalla RAI non è poi così male!

Ci ho messo un po’ ma sono arrivato e oggi volevo parlarvi di un programma televisivo che ho recuperato su Raiplay in questi giorni.

Da bravo amante di Drag Race, potevo non parlarvi della versione italiana di Rupaul’s Secret Celebrity Drag Race che è stato portato in Italia nel format riveduto e corretto per il pubblico italiano di “Non sono una signora”?

Condotto da Alba Parietti, giudicato da Maruska Starr, Elecktra Bionic e Vanessa Van Cartier e con la partecipazione nel ruolo di “indagatori del glitter” di Sabrina Salerno, Mara Maionchi, Cristina D’Avena e Filippo Magnini, Non sono una signora è stato un programma leggero, frizzante, ben prodotto e con dei picchi di “perfezionismo” da non sottovalutare.

La Rai aveva rimandato la messa in onda, dal momento che i vertici dell’azienda non vedevano di buon occhio un programma sul drag, manifestando – mi sento di dirlo – un certo ostracismo verso la cultura queer (perché il drag è cultura queer, anche se non si può dire nel programma).

Ho apprezzato la produzione, alcuni monologhi, questo storytelling dell’accettare il lato femminile e di non porsi alcun limite nel definire sé stessi (in particolar modo, mi ha colpito il discorso e la delicatezza di Andrea Lo Cicero).

Le coreografie, il vogueing, i lipsync, il make up e le trasformazioni: c’erano aspetti straordinari nello show, a fronte di alcuni elementi folkloristici che mi hanno convinto meno. Soprattutto la caciara degli indagatori del glitter mi è sembrata un po’ stonare con la maggiore serietà del resto del programma.

Ci sarà una seconda stagione? Non si sa. Il format ha avuto successo, ma la “queerfobia” in Rai sembra permanere, quindi non sono molto fiducioso.

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