Un villaggio falcidiato da disgrazie in un tempo indefinito. Lapvona è un incubo che vi farà perdere le certezze.
“Non avendo mai conosciuto l’amore, non sapeva riconoscere quel sentimento. Gli sembrava che ci fossse qualcosa di terribilmente sbagliato.”
Oggi vi parlo di un libro che è stato definito geniale e che viene consigliato più o meno ovunque. Lapvona è un libro di Ottessa Moshfegh, edito in Italia da Feltrinelli, che parla di un piccolo borgo e ci porta in un luogo e in un periodo storico non precisati (le atmosfere sono medievali).
Si tratta di un romanzo corale che esplora l’esistenza di personaggi che, per limitazioni intrinseche (deficit mentali o assenza di una corretta scala valoriale) o per le vicissitudini che occorrono nelle loro vite, si rivelano contraddittori, ambivalenti, sgradevoli nella maggior parte dei casi e si macchiano di crimini e condotte assai discutibili.
Senza girarci attorno, è un romanzo che affronta tematiche complesse e non adatte a ogni palato. In Lapvona ci sono omicidi, stupri e cannibalismo.
Eppure…
Malgrado le tematiche, Lapvona si fa leggere. Non è un libro che ti fa venire la nausea. Ti abitui quasi subito a una storia ammantata da un “grigio esistenziale” che depotenzia l’impatto deflagrante di certi eventi che, in altri romanzi, avrebbero scoraggiato il lettore ad andare avanti.
Ma è davvero un romanzo geniale? A mio avviso, Lapvona è un romanzo molto scorrevole, accogliente per il lettore. Si legge estremamente in fretta, nonostante le tematiche e l’abbondanza di raccontato.
L’impressione è quella di abituarsi subito alle atmosfere oscure di questa fantomatica Lapvona. Personalmente, la lettura di questo libro mi ha rievocato le stesse sensazioni provate durante la visione del film The Witch con Ana Taylor-Joy.
Nel complesso, però, ho trovato questo libro ben scritto ma privo di un vero fine. È un’indagine nelle bassezze dell’animo umano, una storia che gioca con le psicologie fragili di alcuni personaggi (Marek in primis), ma mai lo considererei un romanzo che fa gridare al miracolo. In particolar modo, ha allentato il mio coinvolgimento con questo romanzo la rarità di dialoghi e l’eccesso di raccontato di cui avevo già accennato.

