Non ho mai visto l’anime (credetemi, è vero), eppure questa nuova edizione di Saint Seya (Cavalieri dello Zodiaco) mi ha intrigato. Alla fine, ho deciso di buttarmi tra le pagine del manga di Masami Kurumada.
Ne ho letti in pochi giorni cinque volumi (del primo ve ne ho parlato qualche tempo fa) e oggi volevo darvi un’opinione su questa serie manga conosciutissima.
Arrivo fuori tempo massimo, ma magari qualcuno che deve ancora fare il recupero e vuole approfittare di questa nuova edizione c’è… Pertanto, parliamone insieme!
Cosa mi piace di “I Cavalieri dello zodiaco”?
Le armature e il world building su tutto.
I cloth (così vengono denominate le armature dei cavalieri) sono davvero spettacolari, dei disegni che rubano gli occhi e lasciano ammaliato il lettore. Sono davvero la perla di queste tavole.
Il world building mi convince altrettanto perché il mondo in cui è ambientata e le sue regole sono solidi. La storia di base funziona, è interessante e parte con un prologo che crea ottimi presupposti per una grande battaglia tra bene e male, in cui sono repentini i cambi di fronte e molteplici i colpi di scena.
Anche i personaggi mi sono piaciuti. Si vede l’impegno creato nel costruire i background dei protagonisti (che, finora, convincono molto più dei villain). Shiryu, in particolare, è un personaggio nobile e carismatico di cui mi sono innamorato.
Cosa mi piace di meno?
Ho notato subito la “vecchiaia” di questo manga nell’essere uno shonen in cui si combatte tanto, troppo, con poco spazio lasciato alla riflessione. I personaggi minacciano di uccidersi praticamente ogni due pagine e compiono sacrifici eroici ripetutamente, replicando un pattern che dopo cinque volumi ha già stancato.
Si nota l’assenza del chiaroscuro nei personaggi, tipica dei manga più moderni, nei quali si dà più importanza alle motivazioni dei personaggi che alla lotta pura e semplice. È un manga di azione, pieno di combattimenti appassionanti, con personaggi che, senza mezzi termini, definirei overpowered.
Nel complesso, però, lo scheletro della storia è sufficientemente convincente da far funzionare il manga e convincere a proseguire la lettura anche chi si aspetta prodotti più complessi e tridimensionali.

Pensa che invece l’anime mi ha dato delle sensazioni totalmente diverse! L’ho visto per la prima volta un paio di anni fa, e, sebbene anche lì si combatta moltissimo (ma ci sta, è uno showmen d’azione), ci sono ampissimi spazi dedicati alle riflessioni dei personaggi, momenti in cui i protagonisti, anche in mezzo alla battaglia, si fermano per raccontarsi e scoprire le motivazioni dietro l’uno e dietro l’altro. Magari è tutto un ampliamento che nel manga non era presente, oppure solo in minima parte. Alla fine ho visto solo la prima stagione, quella incentrata sul Grande Tempio, e non sono mai andato avanti anche se mi sarebbe piaciuto farlo.
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Non ti so dire. Allo stato attuale, il massimo che si fa è sottolineare la nobiltà d’animo dei personaggi. Confido che, andando avanti, sarà più sfaccettata la narrazione
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