Un libro sulla bocca di tutti che forse non merita il successo che sta ottenendo…
Ammettiamolo: La Bestia di Carmen Mola è uno dei titoli più letti e chiacchierati dell’estate 2023. Il romanzo, frutto della sinergia di tre registi e sceneggiatori spagnoli (Carmen Mola è il loro pseudonimo), è un thriller storico ambientato nel 1834 a Madrid, una città in preda al colera, in cui divampa lo scontro fra i sostenitori di Maria Cristina di Borbone e quelli di Carlos Maria Isidoro come monarchi spagnoli.
La città teatro della storia ci appare grigia, dilaniata dall’epidemia, dall’incertezza e dalla povertà, un perfetto scenario gotico per una striscia di crimini aberranti. A Madrid, infatti, si continuano a ritrovare le vittime della Bestia, ossia delle bambine fatte a pezzi e lasciate per le strade della città come bambole esplose. La superstizione porta a dare la colpa a una belva feroce, ma è chiaro che dietro si celi qualcosa di molto più terrificante.
Si tratta di un libro che ha deluso le mie aspettative. Lo dico senza mezzi termini. È un romanzo che si lascia leggere, con una storia solida (non originale, ma è molto difficile scrivere questo genere di trhiller in modo rivoluzionario), ma che non ha nessun aspetto che lo renda unico, speciale.
I protagonisti sono studiati, ma nessuno ha un particolare carisma. Spicca il solo Diego, a mio modo di vedere, ma il suo impiego nella storia, alla fine, risulta marginale rispetto alla presenza di altri personaggi che hanno più tempo e spazio nella vicenda e che non fanno mai breccia nel mio cuore da lettore.
Le mie perplessità, comunque, sono più che altro stilistiche. È un romanzo scritto in modo didascalico. Gli autori offrono sempre la pappa pronta al lettore. È un romanzo che si può leggere anche con poca attenzione, talmente precisi e meticolosi sono gli autori nel ricordare, nello spiegare, nel chiarire i passaggi. Si perde anche l’adrenalina per ciò che può succedere alle vittime rapite. Si sa già tutto, in ogni momento, a eccezione di un singolo colpo di scena relativo a un personaggio.
Inoltre, la gestione del POV è problematica. Si passa fulmineamente e di continuo da un narratore onnisciente che spiega (in modo persino fastidioso) tutto al lettore a un narratore in terza persona che, ovviamente, ha un altro modo di vedere e raccontare gli accadimenti.
La mia impressione è quella di aver letto una storia piacevole scritta in modo scolastico.


Non mi ha attirato particolarmente ne la trama ne la copertina, non so se lo leggerò.
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Continuo a leggerne recensioni entusiaste ma non comprendo
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Ed è in questi casi in cui ti chiedi: sono vere o sono io che sono strana? 😂😂😂 capitato a volte.
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Perfetto, preso in mano e riposto più volte poco convinta,…resterà sugli scaffali, una tipologia di racconto che oggi mi prende sempre meno ma spero sempre nella novità, ciao!
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