La scorsa settimana sono riuscito a finire il recupero di Full Metal Alchemist, il celebre manga di Hiromu Arakawa, che racconta la storia dell’alchimista di stato Edward Elric e del fratello Al e oggi vi propongo una recensione definitiva del manga che è stato riproposto in questa Ultimate Deluxe Edition da Panini Comics.
LA STORIA
Si tratta chiaramente di un “mostro sacro” dei manga, nonché uno dei più apprezzati in Italia. La storia ci mostra Edward e Al alla ricerca di quanto hanno perso nel tentativo di riportare in vita la loro amata madre. In un mondo in cui gli alchimisti possono creare e disfare la materia e sono al servizio dell’esercito, in una nazione dominata da un sistema militare al cui vertice c’è King Bradley.
I fratelli Elric viaggeranno e conosceranno di più della loro nazione, ma anche dei paesi confinanti, in una storia che rivelerà avere radici in secoli e secoli addietro.
Tra pietre filosofali, battaglie mirabolanti, nemici immortali, le vicende di Full Metal Alchemist ci porteranno a conoscere i segreti dell’alchimia.
PERSONAGGI
È un manga i cui pregi risiedono principalmente nei personaggi. Senza nemmeno accorgertene, inizi a legarti a molti dei personaggi. Sono tutti molto “umani”, nelle loro fragilità, nelle loro storie complesse e costellate da dolori fortissimi.
Nota personale: il mio personaggio preferito è stato senza dubbio Ling. A stretto giro di posta, seguono il colonnello Mustang, Hawkeye, Winry e Al.
LE TAVOLE DELLA ARAKAWA
I disegni della Arakawa sono molto riconoscibili. Sul serio, ci vuole meno di un secondo a riconoscere il tratto dell’autrice nel volto di un personaggio. In questo manga i personaggi non sono estremamente dettagliati, a eccezione di qualche villain (su tutti Envy).
Però, ciò che è davvero eccellente è la descrizione visiva delle battaglie. A oggi, Full Metal Alchemist mostra i combattimenti più variegati, lunghi e spettacolari che io abbia mai ritrovato in un manga. Un lavoro decisamente notevole.
IL MIO GIUDIZIO
Il mio giudizio sul manga è molto breve. La trama, il world building e i personaggi sono tutti elementi vincenti. Ma vi sono due problemi che mi impediscono di considerare Full Metal Alchemist un’opera priva di difetti. Il primo è una fase centrale piuttosto vuota e lenta che non porta a nessuna scoperta drammaticamente importante da giustificare la sua durata (i volumi centrali del manga sono anni luce distanti in termini di qualità narrativa rispetto a quelli iniziali e finali). Il secondo, invece, riguarda l’allineamento di alcuni personaggi che passano tra le file degli eroi in maniera, a mio avviso, troppo repentina e poco credibile.
A dispetto dei difetti, non posso però che giudicare l’opera in modo positivo. Un ottimo modo per approcciarci al mondo dei manga.

