Il mio secondo ascolto su Audible è stato “Stai zitta” di Michela Murgia, un saggio dedicato alla problematicità della comunicazione femminile nella società contemporanea in cui le donne faticano (enormemente) ad assumere quella tanto decantata parità di genere che per molti sarebbe già un dato di fatto.
“Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la piú sovversiva.”
È un saggio sul femminismo spietato (in senso buono), per la capacità della Murgia di dire le cose come stanno, di illuminare anche su quegli aspetti in ombra e/o borderline del maschilismo occidentale su cui si riflette poco e per la massiccia dose di risposte (superbamente e riccamente argomentate) che, di solito, in Italia vengono date di fronte a un discorso femminista.
Leggere Stai Zitta mi ha fatto capire molte cose. Prima e più di tutto mi ha ricordato quanto profondamente manchi nel panorama culturale italiano un personaggio come la Murgia. Era considerata divisiva e aggressiva – senza esserlo -, semplicemente per l’inattaccabile ingegno con cui esprimeva i concetti, smascherando di continuo le ipocrisie dei suoi rivali nella sfida dialettica.
Mi sono accorto grazie a questo saggio che io, in prima persona, se non altro a livello semantico, a volte ricado in una disparità dialettica che potrebbe essere percepita come antifemminista.
L’unico aspetto che avrei gradito di più in questo saggio è la valorizzazione di quelli che sono i tratti tipici della femminilità occidentale. La Murgia critica il riconoscimento attribuito alle donne e l’assegnazione di ruoli legati ai caratteri come la sensibilità, la relazionalità e l’accudimento. In buona sostanza, il focus è sulla mancanza di riconoscimento dell’autorevolezza delle donne più che sul problema di questa netta separazione: gli uomini possono essere autorevoli ma non sensibili, le donne possono essere sensibili ma non autorevoli.
Credo che la vera parità si otterrà quando uomini e donne potranno sviluppare, in base alle proprie inclinazioni e non a influenze socio-culturali, quali tratti sviluppare.

