Kintsugi Oltre le Crepe fino alla Luce: alla scoperta della filosofia Kintsugi

“Il kintsugi ci insegna che gli oggetti che sono stati rotti e riparati possono acquisire una bellezza diversa e unica.”

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Una mia collega ha deciso di regalarmi questo libro dedicato alla filosofia del Kintsugi, un libro che sfugge dalle definizioni di genere perché mescola filosofia, spiritualismo e storia, in quanto ci racconta le origini e dove si è diffusa questa “arte della riparazione”.

Di kintsugi ormai se ne sente tanto parlare e in oriente è diventata una vera e propria filosofia. Una filosofia che si pone in netto contrasto coi tempi moderni. In un periodo storico in cui tutto deve essere perfetto e va sostituito di continuo, il kintsugi attribuisce valore alla riparazione.

“… la bellezza non risiede nella perfezione, ma nell’unicità e nella storia di ogni individuo e oggetto.”

Gli individui, come gli oggetti, possono acquisire valore dalle crepe. Le crepe, le fratture a cui ci porta l’esistenza, sono la traccia del nostro vissuto. Non possiamo arrenderci di fronte alle crepe, ma accettarle, curare, riparare e andare avanti con un valore superiore. Il valore dell’esperienza e della resilienza.

“Quando abbracciamo l’idea che nulla è permanente, impariamo a sperimentare un senso di libertà interiore.”

Ritengo che la filosofia di cui si parla nel libro sia perfettamente coerente con la mia persona e la mia visione perché questa filosofia ci insegna l’importanza di raccontarsi e di accettare la nostra unicità. L’importanza del tempo vissuto, di contemplare le esperienze, persino quelle traumatiche, e di trasformarle in nuove parti di noi. Senza dimenticare, senza sostituire.

Un libro che si legge in breve e che fa conoscere una filosofia che dovrebbe essere tenuta in considerazione, come argine alle derive consumistiche del mondo moderno.

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