“La vista è una cosa strana, a volte ci mostra ciò che abbiamo davanti agli occhi. Ma a volte ci mostra ciò che è già successo o che sta per accadere.”
Weyward di Emilia Hart è stata una delle hit letterarie dell’anno scorso. È stato uno dei libri che ho recuperato coi buoni regalo del mio trentesimo compleanno e sono riuscito a leggerlo soltanto in questi giorni.
Si tratta di un libro che segue tre personaggi, collegati da un vincolo di sangue, in tre periodi storici differenti. La Hart gestisce bene i tre piani temporali, provando ad azzardare, ricorrendo a differenti POV e tempi verbali nei vari filoni narrativi delle tre protagoniste.
È una storia di donne forti, è una storia di streghe. Kate, Altha e Violet affrontano numerose difficoltà. Pregiudizi, lutti, perdite e uomini ossessionati da loro, pronti a fare loro del male per assecondare il proprio innato istinto al possesso. Sono donne che si ribellano alle avversità e che conoscono, a poco a poco, la realtà, il proprio destino e soprattutto la loro vera essenza.
Cosa ne ho pensato? È un libro che non mi ha fatto gridare al miracolo. Ha una trama abbastanza essenziale e già vista. Eppure, è un romanzo che funziona. La storia, i personaggi, la netta contrapposizione fra bene e male e un pizzico di atmosfera gotica.
Una lettura che, alla fine, definirei leggera e piacevole. Ho apprezzato in modo particolare il finale e il ritmo incalzante della parte finale di Weyward.

