Recensione di Parasite in love: siamo noi a scegliere di chi innamorarci?

PARASITE IN LOVE – COLLECTION BOX – RECENSIONE

Storia di Sugaru Miaki

Illustrazioni di Yuki Hotate

Edito @jpopmanga

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Decidiamo davvero di chi innamorarci? È questa la grande domanda che ci pone Parasite in love, un manga – tratto dal romanzo di Miaki – che sorprende per la capacità di mescolare la tematica amorosa ad altre ben più complesse.

In questo manga, si riflette infatti sulla morte, sul suicidio, sull’autolesionismo, sulle fobie, sui disagi sociali.

I due protagonisti, in modo differente, non riescono a vivere come gli altri, a integrarsi nella società che li circonda e da cui, volenti o nolenti, finiscono per difendersi.

E in questo clima di sospetto e in questa estenuante fatica nello stare al mondo, scoprono di trovarsi bene, l’uno con l’altra, a dispetto dei background differenti e di una differenza di età significativa. Sanagi ha solo diciassette anni, Kosaka ne ha dieci di più.

Nel mondo in cui vivono esistono dei parassiti che entrano nel corpo delle persone e portano le stesse ad avvicinarsi agli altri “portatori”. Quindi, l’amore che si sviluppa fra i due è reale o dipende solo dall’azione dei parassiti?

È una storia intensa. Ci sono alcuni momenti più dolci e idilliaci (il Natale che i due condividono, quasi a sorpresa), ma in generale la storia ti colpisce con durezza e ti porta a passeggiare sul baratro del nichilismo e della depressione che rischia di travolgere i protagonisti (Sanagi, in special modo).

Ma è un manga che ho adorato per la profondità delle tematiche e per la schiettezza con cui si è portata avanti la storia, senza indorare la pillola al lettore.

I disegni mi hanno colpito. Le scene più significative erano iper-realistiche e in ogni tavola vi era una drammaticità sensuale che catturava gli occhi.

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