Un animale selvaggio di Joël Dicker: una storia coinvolgente, a metà fra la narrativa generale e quella di genere

Credo che Joël Dicker sia l’autore più consigliato sui social da molto, moltissimo tempo. Ci sono tanti amanti del thriller e lui è uno degli autori che ha riscosso più successo negli ultimi tempi, specialmente con “La verità sul caso Harry Quebert”.

E allora, in una delle mie innumerevoli gite in bus, ho deciso di fare partire uno dei suoi libri su Audible. La scelta è ricaduta su “Un animale selvaggio”.

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Un animale selvaggio è un romanzo che sfugge alle definizioni di genere. Non rispecchia tantissimi degli stilemi e delle regole tipiche dei romanzi thriller. È una storia che intreccia commedia e tragedia, con un finale pieno di colpi di scena.

È il punto di incontro fra la narrativa generale e quella di genere. Da una parte la riflessione sulle piccole nefandezze quotidiane, dall’altra un crimine adrenalinico e stupefacente.

La storia ruota attorno a due famiglie. La prima, all’apparenza la famiglia perfetta, nasconde una quantità spropositata di segreti. La seconda, pur non essendo incolume ai segreti, è molto più “normale” nel mostrare la propria disfunzionalità, fra tradimenti, voyeurismo e due figli piccoli che rubano tutto il tempo e l’energia dei genitori.

Il mio giudizio sul romanzo è positivo. La storia è seducente, affascinante e coinvolge il lettore che diventa veramente ossessionato dai personaggi della storia. Non si può rimanere indifferente ai quattro protagonisti. Ti ritrovi a odiarli tutti, in maniera più o meno viscerale. Se non li odi, comunque non riesci a ignorare la sensazione di disprezzo e di disgusto che ti suscitano i loro comportamenti.

A una storia ben studiata e scritta, con un finale sorprendente, si può porre come contraltare lo stile di Dicker.

Non ho apprezzato per nulla il narratore onnisciente inaffidabile. Troppo spesso emergeva quella sensazione di un “narratore che sta raccontando una storia”. Insomma, se siete amanti dello “show don’t tell”, non è un autore che fa per voi. Però, d’altra parte, Dicker è la dimostrazione che si può raccontare “pesantemente” e comunque sfornare storie e libri coinvolgenti.

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