Recensione di Jurassic Park di Michael Crichton (libro): un Frankenstein coi dinosauri

“Non possiamo imporre la percezione del meraviglioso”.

La lettura di Jurassic Park di Michael Crichton mi attendeva da molto tempo. Volevo conoscere la storia alla base di quella che poi è divenuta una saga cinematografica di enorme successo.

Si tratta di un romanzo di fantascienza, che, a mio avviso, vive in sé alcuni momenti thriller e alcuni horror. Un romanzo che ha un ritmo incalzante e non annoia mai.

Cosa succederebbe a un ecosistema artificiale in cui vengono introdotte creature estinte come i dinosauri? Questo è il presupposto della storia, familiare ai più.

Per il tramite delle parole di uno dei personaggi, il matematico Ian Malcolm, possiamo ben capire che la sfida di Hammond e di tutti i ricercatori del parco è una sfida priva di etica e presuntuosa. Si cerca di battere la natura, che aveva decretato l’estinzione di questi animali, e di controllarla con gli strumenti dell’uomo.

Quello che scopriranno i nostri protagonisti è che la natura non può essere controllata e che quando l’uomo gioca con forze più grandi di sé stesso finisce per perdere. In qualche modo, Jurassic Park è un romanzo sulla fantascienza che ripropone gli stessi interrogativi etici (e non solo) che erano alla base del celebre romanzo gotico “Frankenstein”.

“La scienza ha sempre sostenuto che, pur non sapendo tutto in un dato momento, sarà in grado di scoprirlo più tardi. Ma adesso ci siamo resi conto che questo non è vero”.

È un libro che consiglio agli appassionati di letture di genere e di evasione, e a coloro che cerchino un romanzo in grado di divertire ma allo stesso tempo lasciare messaggi e spunti di riflessione.

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