In questi giorni ho visto e completato la miniserie Netflix dedicata a Mr. McMahon, il promoter milionario capace di rendere mainstream il wrestling, sbaragliando la conseguenza e costruendo un vero e proprio impero mediatico.
Prima di analizzare tutto ciò che abbiamo scoperto su Vince nella miniserie, servono alcune parole sulla qualità dello show.
Mr. McMahon è una minsierie di tipo biografico che non lascia indifferenti. Esagera il personaggio già esagerato di Vince, ma lo fa soprattutto attraverso le parole del diretto interessato e di chi è stato contattato per parlare di lui. L’ex proprietario della WWE non fa altro che sottolineare la sua voracità, il suo appetito per la vita, per il sesso e per il potere. Pur dichiarandosi una persona molto diversa dal personaggio che ha interpretato sullo schermo, le persone accanto a lui stentano a riconoscere una grossa differenza fra la persona e il personaggio.
E, diciamocelo, il personaggio che ha interpretato è tutto fuorché un santo! Un approfittatore, un egomaniaco (parola utilizzata da Vince per descrivere sé stesso, non il suo personaggio), un boss pronto a tutto per sfruttare il suo potere, anche in termini di tornaconto sessuale.
Di sicuro, Vince avrebbe voluto – e lo capiamo da quanto ha scritto su X dopo la trasmissione dello show – che la miniserie si focalizzasse sul suo ruolo di imprenditore, sui suoi grandi successi da uomo d’affari piuttosto che nel dipingerlo come “l’orco” che era disposto a tutto, non aveva morale, ed era ossessionato dal sesso (come ci pare di capire, da tutti gli scandali, le accuse e gli accordi di non divulgazione di cui siamo venuti a conoscenza).
La miniserie, pur soffermandosi sulla dubbia moralità di Vince, si rivela un prodotto equilibrato, capace di celebrarne i successi e di raccontare anche momenti importantissimi di questo sport-intrattenimento che è diventato il wrestling nel tempo.
Cosa abbiamo scoperto con Mr. McMahon su Netflix:
Il suo rapporto con la famiglia
Viene dipinta una famiglia a dir poco disfunzionale, in cui il figlio Shane è disposto a ogni cosa pur di avere la minima approvazione da parte del padre. Stephanie, d’altra parte, ha “assorbito” molti dei tratti del padre e si dimostra pronta a sporcarsi le mani per ottenere un risultato, anche se – va ribadito – la sua persona appare molto più corretta di Vince. Stephanie, anzi, parrebbe non voler più lavorare insieme al padre, dopo il clamore degli scandali.
Tra le altre cose, veniamo a scoprire che Vince aveva proposto una storyline incestuosa tra lui e la figlia, a cui Stephanie si è opposta.
Linda McMahon è una figura sfuggente, invece. Linda si è mostrata d’accordo con le storyline anche più rischiose ideate da Vince, in cui lui finiva per pomiciare e strusciarsi con chiunque, anche davanti ai suoi occhi. Peraltro, la coppia non ha mai divorziato, malgrado i tradimenti anche ammessi placidamente da parte di Vince. Adesso sappiamo che la coppia è separata (di questo, però, non si parla nello show).
Gli scandali steroidi
Più volte, Vince si è trovato al centro di accuse per i problemi legati all’utilizzo degli steroidi. Sia al momento della sua ascesa che, in un momento successivo, per le troppe morti in giovane età dei wrestlers professionistici.
Vince in relazione ai drammi legati all’utilizzo di steroidi e droga ci appare spregevole e spietato, ma non chiaramente colpevole. Questo è quello che emerge dalla storia. Lui non ha – prima del 2007 – fatto nulla per migliorare la qualità di vita degli atleti o controllato l’uso delle sostanze, ma non è stato la causa della diffusione di stili di vita inappropriati. Lui ha semplicemente trasformato un prodotto che prima era di nicchia in un prodotto mainstream. In questo processo, per molto tempo, non ha fatto nulla per cambiare lo stile di vita degli atleti che ne facevano parte. Ma era sua responsabilità?
Ai miei occhi, emerge anche una certa ipocrisia: perché attaccare solo Vince su questo aspetto e non tutti i promoter di wrestling? In base a quale aspetto doveva essere una sua responsabilità?
Chris Benoit e la CTE
Vince afferma di non credere alla teoria della CTE (malattia cronica derivante da ripetuti traumi al cervello) come giustificazione della tragedia Benoit, ma allo stesso tempo ha accettato di apportare cambiamenti al prodotto nell’ottica di evitare al minimo il rischio di nuovi traumi cranici per i suoi atleti.
La vicenda Benoit, raccontata dallo show, mette in mostra sempre la ferocia di Vince, ma mostra anche come Vince fosse al centro di scandali e processi, anche quando non era direttamente responsabile.
Si legge nello show, che Vince stesso ha rinnegato, una volontà dei media e delle autorità di fargliela pagare a ogni costo, anche in relazione a eventi per cui non avrebbe dovuto pagare (e, ben intesi, non lo dico in relazione alle accuse di reati a sfondo sessuale).
Molestie sessuali: Ashley Massaro, Janelle Grant e Sable
La figura di Vince è disgustosa, dal punto di vista sessuale. Ci sono stati troppi scandali e troppe immagini registrate e trasmesse (certo, di azioni compiute dal personaggio televisivo e non dalla persona, ma comunque fanno riflettere) per arrivare a pensare che sia tutto falso e che Vince non abbia mai approfittato della sua posizione per ottenere vantaggi sessuali.
Ci sono troppi casi di accordi di non divulgazione e troppe questioni controverse con personaggi più o meno famosi. E ora siamo in attesa del processo legato alle dichiarazioni di Janelle Grant che, allo stato attuale, credo che saranno l’ultimo chiodo sulla bara (parafrasando un proverbio inglese) sulla reputazione di Vince che, comunque, ha venduto tutte le quote e con ogni probabilità non tornerà in televisione negli show che lui stesso ha reso grandi.
La morte di Owen Hart
Su questo punto, ritengo ci sia poco da dire. Si è trattato di un incidente. Ci può essere stata negligenza da parte dello staff e della stessa vittima? È assai verosimile. Tuttavia, Vince non aveva movente a causare o agevolare la morte di una sua star. Allo stesso tempo, non penso che si occupasse in prima persona di questo tipo di stunt e, dunque, se c’è responsabilità è da attribuire a chi era incaricato di organizzare l’entrata scenica del lottatore.
Trovo, d’altra parte, terribile la decisione di Vince di portare a termine uno show dopo la morte di Owen.
Il Montréal Screwjob
Vince non poteva pagare più Bret, lo ha convinto ad andare in WCW, doveva togliergli la cintura e Bret non voleva perdere in modo pulito contro Shawn Michaels. Scelse di agire, ingannando Bret, sulle modalità del finale e di come avrebbe dovuto cedere la cintura.
Fu uno scontro di personalità. Sicuramente nel business e per le regole non scritte del wrestling, Vince non si comportò in modo corretto, ma è un evento che francamente non mi sento di contestare. Ha fatto ciò che era meglio per la sua federazione.
