Recensione di “Invernale” di Dario Voltolini: un ritratto familiare impeccabile ma che manca di impatto emotivo?

“Più del dolore, che in lui lancia un urlo ormai costante e senza suono, la sua espressione segnala, e solo talvolta, il sentimento dell’inaspettato.”

Ho letto Invernale di Dario Voltolini per un club di lettura a cui ho deciso di partecipare nella mia città.

Era un libro che, dalla quarta di copertina e dall’immagine in copertina, mi attirava da un po’ e ho pensato di unire l’utile al dilettevole, data la mia voglia di tornare a intrufolarmi in una community di lettori.

Invernale racconta la storia dell’autore e del padre; più nello specifico, è un’autopsia della malattia del padre, con una serie di intermezzi dedicati al contesto familiare e alla passione per il calcio (con rimandi alla celeberrima vittoria dell’‘82).

Lo stile di Voltolini è curatissimo. Uno stile temprato dall’esperienza, dalla maestria letteraria di chi scrive con passione e con attenta riflessione. Ho apprezzato il suo modo di scrivere, in quanto unico, inimitabile. Tuttavia, in alcuni momenti della lettura, viene da chiedersi perché debba essere tutto espresso in modo insolito, senza ricorrere mai alle espressioni più immediate e dirette. Questo splendido ardire stilistico non viene tirato un po’ troppo per le lunghe?

Per quanto riguarda l’oggetto del romanzo, devo ammettere un mio limite: non riesco a vivere bene i romanzi o i film che affrontano (esclusivamente o in modo preponderante) l’argomento della malattia. Soprattutto quando si parla di cancro. È una materia che mi turba e mi porta alla fuga. Questo, di certo, ha inficiato la mia percezione di questo romanzo.

Per provare ugualmente a esprimere un’opinione sul libro, mi azzardo a dire che si tratta di un libro elegante, raffinato, capace di delineare scene e spaccati di vita con abilità cinematografica, ma che manca di quell’impatto in grado di trasformarlo in capolavoro. Voltolini non si avvicina mai più di tanto al suo lettore, continua imperterrito nel suo meraviglioso scrivere che, a volte, smorza l’efficacia emotiva della storia.

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