La città che non c’è di Yu Hua: un epico ritorno impossibile

“Dormiva un sonno leggero come le cose che galleggiano sull’acqua.”

Ho letto La città che non c’è per un club di lettura a cui ho deciso di partecipare. Il romanzo del celebre autore cinese ha suscitato in me impressioni e sensazioni differenti.

La parte iniziale sicuramente non mi ha entusiasmato. Il ritmo era lento, lo stile creava distanza fra l’azione e il lettore e, in generale, era difficile provare emozioni forti per ciò che accadeva.

Tuttavia, nel corso della lettura ho sviluppato opinioni differenti e rivalutato l’inizio lento (pur continuando a pensare che il romanzo fosse un po’ più lungo del dovuto).

“Come dice il proverbio, serve tempo per conoscere il cuore degli uomini. Lo stesso vale per il Cielo.”

La città che non c’è è una storia che attraversa i decenni. È l’epico viaggio di un ritorno impossibile a un amore che non può essere coronato, a un nuovo abbraccio fra madre e figlia che non può accadere.

E in mezzo a questa storia circolare, scopriamo tanto di una Cina persa nel tempo (all’inizio del novecento), attraversata da un’instabilità politica, da una costante povertà e logorata da un dilagante brigantaggio.

“Se sai da dove vieni, sai dove vai. Conosci il passato e scopri il futuro.”

Leggere questo romanzo è stato un viaggio interessante. Non semplice, ma pieno di spunti, un’esplorazione epica che mi ha sicuramente arricchito.

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