È stato un percorso lungo e tortuoso, lo ammetto, ma ho portato a compimento la lettura di Yu-Gi-Oh, il manga di Kazuki Takahashi.
Oggi, dunque, nessun aggiornamento di lettura, ma, come già fatto per Sailor Moon, una dettagliata recensione dell’intero manga.
TRAMA:
Ecco, il punto più problematico di questo manga di enorme successo (nei primi anni duemila) è proprio la trama.
A differenza dell’anime – che diede poi il là a un gioco di carte collezionabili ultrapopolare -, il manga non ruota soltanto intorno al gioco di carte (che, nel manga, prende il nome di “Magic & Wizards”), ma a una svariata gamma di giochi differenti.
Altra differenza significativa della storia del manga è la violenza delle sue storie. Si inizia con una serie di violenze e sevizie ai danni di bulli che se la prendono con i nostri protagonisti. All’inizio, anche due dei personaggi positivi della serie non sono altro che dei bulletti della scuola (Honda e Jonouchi).
Nel prosieguo della storia, anche il manga si concentra sui duelli a Magic & Wizards, per quanto nel manga gli scontri siano molto più dominati dal soprannaturale e da eventi misteriosi di quanto non accade nella serie animata. La storia rimane, tuttavia, assai più violenta dell’anime e alcuni personaggi perdono la vita.
Il finale, invece, ci porta nel passato, facendoci scoprire la vita degli alter ego dei personaggi principali (principalmente, Yugi, Seto e Bakura) e l’origine del gioco Magic & Wizards, gioco che ha molto a che fare con una magia dominata dalla potenza dello spirito (nella storia viene evocato il concetto di “ka”).
Nel complesso, è un manga che ho trovato disomogeneo. Mi pare chiaro che Takahashi abbia cambiato in corso d’opera la direzione che doveva intraprendere la storia, focalizzandosi sul gioco di carte, a dispetto di renderlo semplicemente una storia che giostrasse i temi del bullismo e del soprannaturale.
La sua è stata una scelta vincente e il manga ebbe successo, ma a me ha conquistato soltanto fino a un certo punto.
PERSONAGGI:
Un aspetto che ho preferito è sicuramente quello legato ai personaggi.
Yugi e il suo alter ego (Atem) sono dei protagonisti molto vividi, che conquistano per la combinazione di carisma e bontà d’animo.
Personalmente, ho apprezzato molto Seto e Mokuba. Soprattutto nel caso di Seto, Takahashi è riuscito a creare un villain iconico e riconoscibile, di cui abbiamo scoperto sempre più dettagli e aspetti della personalità col progredire della storia.
Vincenti, a mio avviso, anche i personaggi di Pegasus, Marik e Jonouchi. Ho delle perplessità, invece, su Bakura che, alla fine, si rivela un villain principale macchiettistico, intrappolato in una storyline ripetitiva.
LE TAVOLE DI TAKAHASHI:
Il punto di forza di questo manga è l’arte nel disegno di Takahashi. Il mangaka ha realizzato quelle che, a mio avviso, sono le tavole più impressionanti che io abbia mai visto. La ricchezza di dettagli e la profondità dei corpi sono le caratteristiche principali di tavole che riescono a regalare agli occhi dei lettori variegati scontri fantasy e personaggi visivamente indimenticabili.
Takahashi semplicemente un mangaka indimenticabile.
IL MIO GIUDIZIO:
Tra aspetti positivi e negativi, non posso dire di avere amato alla follia Yugi Oh. Ho compreso le ragioni per cui ha avuto un grande successo. Trovo, però, che sia un cult più per l’estetica che per la solidità della trama.
Mi piace il fatto che sia una storia che parla di vincere gli ostacoli, superare i bulli e trionfare contro il male. Mi piace che questo manga possa essere stato un riferimento per adolescenti e preadolescenti, ma ritengo che la storia potesse essere più solida e coerente.
Non mi pento di averlo letto. Credo che sia davvero un must per gli amanti dei manga, in quanto Takahashi è riuscito a creare delle immagini super riconoscibili e un’ampia varietà di creature fantasy che riempiono gli occhi.
Tuttavia, leggerlo non è stata un’attività senza intoppi. Dopo un inizio della storia alquanto sui generis, con un eccesso di violenza, la storia prende quota, ma troppo spesso si rileva una ripetitività nella trama principale (essenzialmente, Bakura, alla fine, di ogni arco narrativo, si rivela peggiore di quello che si credeva e diventa nuovamente una minaccia per Yugi e i suoi amici).

