A sangue freddo: il capolavoro di Truman Capote che inventò un genere

“Dewey, ad esempio, non si dava ragione di «come due individui potessero esprimere all’unisono lo stesso livello di furore, il genere di furore psicopatico che ci voleva per portare a compimento un crimine come quello»”.

Nell’ultimo weekend mi sono dedicato alla lettura di “A sangue freddo”, il capolavoro di Truman Capote, un romanzo che fece scandalo.

Si tratta del primo libro che miscela romanzo e true crime. Capote racconta, infatti, di un caso piuttosto efferato di omicidio multiplo. Aveva seguito il caso insieme all’amica d’infanzia Harper Lee e fece fatica a distaccarsi dal caso, al punto da lavorare per sei anni a questo romanzo che descrive in maniera puntuale sia gli eventi che le personalità dei soggetti coinvolti, così come esplora le reazioni della società e il caso giudiziario che ne seguì.

“Per quanto concerne la responsabilità, nessuno, in senso stretto, se ne vuol far carico.”

Da appassionato di true crime, ho apprezzato particolarmente questo libro che riesce a vivisezionare un crimine, analizzandone anche tutto il contesto. Ritengo che il libro di Capote sia anche un ottimo ritratto della società americana e del suo modo di relazionarsi a casi di cronaca cruenti come quello al centro del romanzo.

Una piccola menzione va fatta allo stile di Capote. La letteratura americana del Novecento non è esattamente la mia zona di comfort a livello stilistico. Tuttavia, Capote fa eccezione. Le sue frasi sono brevi, il ritmo è incessante, nonostante le moltissime descrizioni. Capote scriveva in modo – permettetemi di dirlo – assai moderno.

Potete acquistarlo qui!

Lascia un commento