Sotto lo sguardo del leone di Maaza Mengiste: un romanzo senza perdono sulla guerra civile etiope

“Quando uno è convinto che tutto ciò che accade sia volontà di Dio, cos’altro può fare se non aspettare che Dio abbia misericordia?”

Sotto lo sguardo del leone di Maaza Mengiste è stato l’ultimo libro scelto nel Club del libro che frequento, nella Feltrinelli della mia città. Un libro a cui forse non mi sarei mai approcciato, ma che ha penetrato la mia barriera di scetticismo e mi ha fatto conoscere un momento storico molto complesso e tragico.

È un libro che ci parla del colpo di stato in Etiopia, negli anni Settanta, e del regime dispotico che viene messo in piedi dal Derg, un regime di natura militare che combatte e antagonizza sfrenatamente il libero pensiero e il dissenso.

“Cristo non ha versato il sangue affinché noi non dobbiamo versare il nostro?”

L’autrice esplora anni difficili e violenti, per il tramite della storia di una famiglia. Il padre viene segregato e torturato per un fraintendimento, i figli si scontrano nel loro affrontare in maniera differente il regime, tra chi è più conservatore e chi si oppone in maniera chiara, in un atto di completa ribellione.

“La morte non è nell’assenza, nell’oblio della dipartita, è nello schianto e nello squarcio di depravazione e brutalità, ha la stessa elettrizzante putredine degli escrementi e della carne marcia.”

È un romanzo duro, che colpisce al cuore e alla mente del lettore. Racconta un pezzo di storia, cambiandone alcuni aspetti, ma mantenendo l’anima drammatica di un periodo in cui ogni libertà era venuta meno e gli etiopi vivevano nel terrore.

“Che ne sappiamo del tempo che abbiamo? Che ne sappiamo di qualunque cosa.”

In questo romanzo ci sono alcuni passaggi che mi hanno commosso e atterrito. Ho vissuto con grande coinvolgimento emotivo alcune scene, e soprattutto una delle morti narrate nel libro mi ha davvero toccato. Credo sia stato uno dei passaggi più dolorosi che io abbia letto in vita mia.

È una storia senza perdono, che ci ricorda tutte le brutture dei regimi totalitari e ci rammenta il nostro privilegio di vivere in una società democratica.

Lo consiglio agli amanti dei romanzi storici e delle storie drammatiche.

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