Un oblio cremisi di Rosita Mazzei: una fiaba dark che condensa più mondi ed emozioni

“Hai ragione, mon amie, a che serve l’eternità se non a esplorare al meglio le proprie perversioni e a portarle al massimo delle loro potenzialità?”

Ho letto Un oblio cremisi di Rosita Mazzei, sapendo bene di approcciarmi a un genere di storia non troppo presente tra le mie letture. Si tratta di un Fantasy romantico (non me la sento nemmeno qui di appioppare l’etichetta “romantasy”) che miscela svariate creature, in un mondo complesso e pieno di magia di cui scorgiamo, però, soltanto la superficie.

Vampiri, elfi, goblin, spettri e fauni. Il romanzo di Rosita, per me, è una fiaba dark che segue le vicende essenzialmente di tre personaggi: l’elfa Eloise, il majestas dei vampiri, William, e Sedrick, il comandante delle schiere di William. Nella storia si succedono molte atmosfere: una parte iniziale più descrittiva, una grande battaglia, e una risoluzione a forti tinte romantiche e passionali (ma niente spicy, se ve lo steste chiedendo).

C’è l’eco di un triangolo amoroso, che è vissuto, essenzialmente, da un solo personaggio: William. William è a conoscenza della storia fra Eloise e Sedrick, ma desidera ardentemente che il comandante scelga il suo amore. Un amore che gli è sempre stato negato da Sedrick.

È una fiaba oscura perché non ha la struttura tipica del romanzo. La storia fila via, senza spiegare, senza entrare nei dettagli. C’è una sorta di leggerezza di struttura, per dare maggiore risalto alla tensione romantica al centro della vicenda.

Singolare anche il registro e la sintassi di Rosita, che riesce a utilizzare un vocabolario e uno stile di scrittura all’apparenza molto classico e canonico, ma che si rivela estremamente scorrevole e ritmato, dunque producendo un lavoro che potrebbe accontentare qualsiasi palato.

È una lettura che scivola davanti agli occhi, ma allo stesso tempo regala emozioni: combattimenti ed erotismo. C’è tutto in quest’opera che ritengo molto originale e affascinante.

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