Recensione di Bluverticale di Luca Maori: una boccata d’ossigeno nella letteratura sentimentale

“Volevo dire che è normale fare tanto sesso appena ci si i incontra, avere sempre voglia di farlo, in continuazione e tutte le volte che si riesce e si può. E anche essere romantici, appassionati e pensare all’amore: perché no? Chi te lo vieta l’amore?”

Bluverticale di Luca Maori è un romanzo di narrativa contemporanea, un romanzo queer che ci parla della relazione sessuale e sentimentale che divampa fra un prete greco ortodosso e un turista canadese di origini greche. Ci parla di alcuni giorni estivi, persi tra tabù azzerati, avvicinamenti imprevisti e desideri potentissimi.

Ringrazio l’autore per avermi spedito questo romanzo perché, a suo modo, mi ha illuminato. Mi ha ricordato che si può parlare con verosimiglianza estrema dei rapporti moderni, spesso divorati da incertezze, limiti, ansie e ostacoli. Ho adorato l’amarezza e il disincanto che ha ornato un racconto sensuale che prima di corpi ha parlato di menti.

Maori è riuscito nel compito di descrivere tutta la problematicità di un innamoramento – perché sì, alla fine, secondo me non si può parlare davvero di amore in questo libro – fra una persona che non può permetterselo e un uomo che ha cercato più volte la sua strada sentimentale e, fondamentalmente, non sembra essere ancora maturo per capire cosa vuole e cosa deve prendersi nella vita, nonostante la facilità con cui riesce ad affascinare le persone che incontra.

C’è una precisione letteraria e psicologica nel modo in cui vengono inseriti i dettagli, le piccole abitudini, le smagliature di pensiero. Il protagonista è vivido e soprattutto è realistico. Questo realismo è una boccata di ossigeno in una letteratura sentimentale che, al momento, non sa riuscire a contemperare le istanze della narrativa rassicurante a ogni costo e di quella borghese che ha troppi limiti sul tipo di relazioni e dinamiche da raccontare. Bluverticale è un libro raro, che – lo ammetto – per certe cose, ha ricordato anche il mio romanzo. Se non per le tematiche, di sicuro per l’intento.

I personaggi di Bluverticale non sono “fantocci”. Sono persone che esistono, che rappresentano in maniera convincente le generazioni a cui appartengono e il mondo che li ha prodotti e ne ha influenzato le menti.

Il finale mi ha lasciato nel palato un’amarezza irresistibile che mi ha ricordato tante delle storie che ho sentito raccontare, tante delle storie che ho vissuto in prima persona. Perché non ogni storia ha un lieto fine e anche romanzi dolorosi e vividi meritano di essere letti.

Faccio ancora i complimenti all’autore per la meticolosità con cui ha scolpito storia e contesto e ha saputo interpretare alla perfezione la psicologia dei suoi personaggi e del contesto che li ha generati.

Potete acquistarlo qui!

Lascia un commento