Recensione de “La Variabile Costante” di Vincenzo Maimone

Buon pomeriggio lettori, oggi torniamo a parlare di libri.

Il libro di cui parlerò, in questo articolo, è “La Variabile Costante”, romanzo noir di uno dei miei “maestri” del corso di scrittura creativa, Vincenzo Maimone.

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Prima di provare a recensirlo, di seguito vi riporto la trama: L’efferato delitto di una giovane donna scuote la tranquilla routine settembrina della cittadina barocca di Acireale, adagiata ai piedi dell’Etna. La pista privilegiata è quella del delitto passionale, della lite domestica, una come tante, degenerata in assassinio.Ma forse le cose non stanno proprio in questi termini. Le vicende personali e professionali di Tancredi Serravalle, docente di Storia e Filosofia, incalzato dalla nuova preside, ossessionato dai programmi ministeriali, pungolato senza sosta dall’ironia irriverente del suo demone socratico, e del commissario Giacomo Costante, pendolare per amore della sua passionale dirigente di banca, si intersecano, intrecciandosi in una trama intensa che funge da pretesto per fotografare uno spaccato di realtà e suggerire alcuni spunti di riflessione sulla frenesia della società contemporanea. Una serie di circostanze contingenti, di più o meno fortuite variabili, come pure la morte nel capoluogo lombardo di un pregiudicato, vecchia conoscenza del commissario, spingerà Giacomo Costante ad allargare il fronte geografico e investigativo delle indagini e ad occuparsi di palestre, locali di lap dance, aguzzini ucraini e traffici illeciti tra Acireale e Milano. Un intreccio che coinvolgerà, apparentemente suo malgrado, anche il professor Serravalle.

Devo essere sincero, il romanzo è uno dei capitoli di una saga letteraria, che non conoscevo prima della ricerchina su google, effettuata dopo aver iniziato il corso.

Forse per curiosità, forse per voler cimentarmi in un romanzo poliziesco che non fosse l’ennesimo “best seller pazzeschissimo” proveniente dall’estero, che poi si rivela una delusione totale, ho provato questo “noir a chilometro zero”.

Sospettando che la recensione in questione possa effettivamente essere letta dall’autore, adesso, inizierò a sperticarmi nei più pomposi complimenti… A parte gli scherzi, cerchiamo di essere seri e parliamo di questo libro, che comunque consiglio ai followers del blog e a chiunque leggerà questa recensione.

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Penso che “La Variabile Costante” abbia un grande punto di forza: l’ironia. Devo essere sincero, mi sono ritrovato a ridere più volte, nel corso della lettura, malgrado gli efferati delitti che si sono verificati nella storia. Ho proprio visto nei due personaggi principali quella sagace ironia e quel brillante sarcasmo dell’autore, almeno per come l’ho imparato a conoscere durante il corso di scrittura.

Il protagonista è il vero punto di forza del romanzo. La sua capacità di indagare la realtà, la sua curiosità e il suo essere un personaggio effettivamente tridimensionale, pieno di spirito e di coraggio.

Un altro aspetto che secondo me rende il libro pregevole è quello attinente l’indagine della società e delle città, in cui il protagonista si trova nel corso della storia. Alcune riflessioni, infatti, hanno particolarmente attirato la mia attenzione.

Il libro ha provato a delineare uno spaccato di vita, e a porre l’attenzione su alcuni stereotipici caratteri e difetti della nostra società. La tematica più interessante, per me, però, è stata quella attinente alle nuove generazioni, a quell’ambivalenza, a quella contrapposizione interiore, fra il desiderio-dovere di raggiunger tutto e subito e quella paura di non essere mai all’altezza.

Ed è profondamente vero. La società sembra dire: se non ci riesci subito, lascia perdere. Però, d’altra parte, le nuove generazioni hanno di fronte una serie interminabile di pastoie e ostacoli, che rallentano (se non proprio IMPEDISCONO) la realizzazione dei propri obiettivi.

L’aspetto che mi è piaciuto meno del libro, sinceramente, è stato quello riguardante il fatto che, una volta verificatasi l’intuizione decisiva per la risoluzione dell’indagine, al termine del libro non siano stati spiegati gli accadimenti riguardanti il primo omicidio descritto nella storia, che secondo me meritava qualche parola in più. Ma, forse, è proprio intenzione dell’autore lasciare la ricostruzione degli eventi al suo pubblico.

In definitiva, comunque, traggo da questa lettura la convinzione che le nostre librerie più importanti tendono spesso a promuovere immeritatamente best seller stranieri di dubbia qualità, quando si potrebbe incentivare e pubblicizzare maggiormente libri certamente più validi, anche ove si tratti di generi estremamente commerciali/popolari come quello in cui rientra “La Variabile Costante”.

Fatemi sapere cosa vi piacerebbe leggere in un noir o in un thriller e quali sono i vostri autori preferiti, utilizzando lo spazio commenti. 😉

A presto…

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