Recensione della Terza Stagione di This is Us: Siamo sicuri che fosse tutto programmato?

È finita già da un po’ la terza stagione di This is Us, ma, ora che le acque si son calmate e il rischio spoiler è passato, cerchiamo di fare un po’ il punto della situazione.

Devo iniziare questo articolo col dire di aver trovato questa terza stagione più “debole” delle precedenti due.

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Intendiamoci, è evidente che la storia che loro volevano narrare, almeno all’inizio, ruotava attorno alla figura di Jack e a come le esperienze che i protagonisti avevano vissuto da bambini/adolescenti, si ripercuotevano sulla loro vita da adulti. Evidente come lo era il fatto che la serie, col passare delle stagioni, avrebbe necessariamente incontrato delle difficoltà.

Quando la storia è così delineata – e soprattutto è legata a doppia mandata ad eventi del passato, che, quindi, si possono modificare e variare fino a un certo punto – appare difficile, per ogni showrunner, portare avanti a lungo le storie, evitando di essere ripetitivi.

Oltretutto, This is Us è sempre stata una serie molto emozionante e commovente, quindi non era possibile nemmeno pretendere che il pubblico accettasse che il prodotto si trasformasse in maniera significativa, con le nuove stagioni.

Questo, però, ha portato più di un contrattempo narrativo…

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Mettiamoci nei panni del team creativo dietro la “serie-ammiraglia” della NBC. Io me li immagino a dirsi: “e ora che ci inventiamo per farli piangere?”

Forse è andata proprio così, ma, per quanto riguarda questa stagione, mi pare di intuire che il regista e gli sceneggiatori non avessero le idee proprio chiarissime, per quanto, ovviamente, questa terza stagione non sia certamente stata da buttare. Anzi, ci ha regalato un bellissimo e travolgente season finale.

Ciò che si può, però, imputare a questa stagione è il fatto che il sogno di Beth – la danza – appare come uno di quegli aspetti del personaggio che avremmo dovuto conoscere da molto tempo, e non certo con dei flashback nella terza stagione.

A mio modo di vedere, il sogno di una vita è un aspetto caratterizzante di un personaggio, pertanto, se è uscito fuori così tardi, penso che sia dovuto al fatto che questa storyline sia effettivamente venuta in mente soltanto per reggere le sorti di questa stagione.

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Il conflitto fra lei e Randall è stato il leit-motiv della seconda parte della stagione e, tra una forzatura e l’altra, comunque le puntate sono state più che buone, soprattutto grazie alla straordinaria alchimia dei due attori.

Susan Kelechi Watson, ve lo devo dire, per me è straordinaria nel ruolo di Beth. È un personaggio incantevole, interpretato da un’attrice incantevole.

Ho sentimenti contrastanti, invece, relativamente alla storia dedicata al fratello di Jack, che lui aveva dichiarato morto, ma che, in realtà, era vivo e vegeto, a vivere da emarginato in una roulotte.

This Is Us - Season 3

Mi è sembrato un colpo di scena soap-operistico, buono a permettere allo show di occupare un bel po’ di puntate con le tematiche della guerra.

Anche qui, devo dire, il risultato è stato migliore delle premesse. Ci hanno emozionato, sebbene abbiano rischiato in maniera enorme di creare buchi di logica.

Ciò che più mi è piaciuto della stagione, invece, è stata la regia. Davvero, stavolta con i flash forward mi hanno disorientato. Mi hanno creato una confusione tale da non vedere l’ora di assistere al finale, se non altro per chiarirmi le idee.

E, se uno spettatore ha tutto questo desiderio di arrivare alla fine della stagione, c’è sicuramente un grande merito della regia.

Chioso, dicendo che sembra sempre più ridicolo il fatto che i protagonisti della serie NON LAVORINO MAI e si espongano comunque a spese clamorose. È una cavolata, okay, ma secondo me, nelle serie fatte bene, si dovrebbe fare attenzione anche a questi aspetti.

In definitiva, comunque, sono curioso di sapere cosa succederà nella prossima stagione.

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Il fatto che, probabilmente, ruoterà attorno a Kevin, però, diciamo che non mi entusiasma più di tanto.

Kevin è un personaggio a cui non sono particolarmente legato, ma capisco che la sua diversità dagli altri protagonisti della storia sia un fattore imprescindibile. Soprattutto, gli showrunners, con Kevin, hanno la possibilità di costruire una storyline dedicata alla crescita morale e intellettiva di un eterno Peter Pan, che, ci auguriamo, trovi il suo lieto fine nel corso della serie.

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