Un po’ di tempo fa su Sky mi sono imbattuto su questa serie, dal titolo spiccatamente connesso al mondo del sesso, e, dopo averne visti appena dieci minuti, mi sono deciso che, appena trovato il tempo, ne avrei guardato la prima stagione.
Al termine della visione, ultimata la scorsa settimana, mi sono convinto di aver fatto davvero bene a dare una chance a questa serie trasmessa a partire dal 2013 (che si compone di quattro stagioni), e oggi voglio condividere con voi le cinque ragioni per cui valga la pena guardare Masters of Sex!
- 1 – Un’indagine elegante sul mondo della sessualità
Se vi aspettate una serie volgare, in cui si fa sesso dalla mattina alla sera, vi sbagliate. È una serie in cui ci sono MOLTE scene di sesso, ma non vengono mai presentate in modo volgare, anche nei casi in cui sono esplicite.
È comunque una serie molto meno erotica o esplicitamente erotica della maggior parte di quelle che sono state rilasciate negli ultimissimi anni.
Si studia il sesso, nella serie, e si ha l’occasione di imparare molto sull’esperienza sensoriale del sesso.
- 2 – Personaggi pieni di sfaccettature
I due protagonisti, William e Virginia, sono davvero incantevoli. Hanno mille sfaccettature, sono interessanti e carismatici. Merito anche degli attori che li portano avanti.
E non sono, di certo, i soli. Ogni personaggio ha una storia studiata nel dettaglio, e non rimane mai monodimensionale. La cura sulla caratterizzazione di personaggi – anche di quelli soltanto ricorrenti – è sicuramente un punto di forza di Masters of Sex.
- 3 – Lo studio dei tempi
La serie è ambientata tra gli anni 50 e 60, un periodo in cui sicuramente non c’era alcun tipo di apertura mentale in merito al sesso. Il sesso era un tabù, punto e basta. Le prostitute erano dei paria, gli omosessuali dei malati, le donne non “avevano diritto” di godere nel rapporto.
È assolutamente interessante comprendere come sono cambiate le cose, nel tempo, e quanti danni potesse creare la chiusura mentale relativa al mondo della sessualità.
(Continua nella pagina dopo)
Serial Escape di Giovanni Di Rosa 
L’ha ribloggato su Alessandria today @ Pier Carlo Lava.
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Non l’ho mai vista ma sembra carina, me la segno!
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