CULT MOVIES #14: Highlander

Oggi il salto nel passato del cinema ci porta all’anno 1986. Parliamo, infatti, del film “Highlander”, una produzione britannico-americana, basata su una sceneggiatura scritta da Gregory Widen, poi trasformatasi nel lungometraggio diretto da Russell Mulcahy.

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La storia di Highlander ruota attorno alla misteriosa figura di un leggendario guerriero scozzese, nato nel sedicesimo secolo, Connor Macleod (Christopher Lambert). Macleod, dopo essere stato ferito a morte, scopre di essere immortale e per via di questo legame con il soprannaturale viene allontanato dal suo clan. Scoprirà presto di non essere l’unico immortale sulla Terra, ma sarà costretto a difendersi dagli attacchi degli altri immortali. Emerge la figura di The Kurgan (Clancy Brown), che vuole uccidere Macleod per ottenere una leggendaria ricompensa, spettante proprio all’ultimo immortale.

La storia, nella pellicola, parte dall’epoca contemporanea. E ciò che è avvenuto nei secoli precedenti si scopre per il tramite di flashback. La polizia cerca di indagare su ciò che accade, mentre The Kurgan semina il panico a New York.

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Diversamente dagli altri film comparsi nella rubrica, Highlander non è stato un successo di botteghino né di critica. È diventato un film cult per il grande successo che ha avuto nella sua distribuzione in videocassetta e per le trasmissioni televisive. Si tratta, inoltre, di un film molto apprezzato dagli europei, ma che ha lasciato sostanzialmente indifferenti gli spettatori statunitensi.

Una perla del film è, inevitabilmente, la colonna sonora, interamente da prodotta dai Queen. La main theme è l’indimenticabile “Who wants to live forever”.

In merito al film ho dei pareri abbastanza netti. Si tratta di un film che apprezzo per colonna sonora e sforzo nelle ricreazioni storiche quanto nell’utilizzo di primordiali effetti speciali (se pensiamo agli effetti speciali imbarazzanti di film anche successivi a Highlander, non possiamo certo criticare la pellicola per questo). Ci sono, tuttavia, evidenti problemi di scrittura nel film. I personaggi femminili sono monodimensionali, per non dire delle assolute mentecatte. Giuro che, quando Macleod rivela alla donna di cui si innamora che in realtà vive da cinque secoli e lei risponde “ognuno ha i suoi problemi”, volevo darmela a gambe levate.

C’è un problema di tempistica narrativa. Gli sviluppi sono tutti troppo frettolosi. A volte, le evoluzioni narrative più significative quasi passano inosservate, a causa di questa “fretta” ingiustificata nelle sequenze.

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Credo che la trama meritasse un minutaggio differente, ma soprattutto che si facesse uno sforzo di definizione di quello che era il senso dietro a tutti gli avvenimenti. Sinceramente, il fatto che The Kurgan lottasse per una misteriosa ricompensa, di cui non comprendiamo nulla, fino alla scena finale, fa perdere anche di interesse nella storia. Kurgan ci appare un cattivo senza movente. Il tipico cattivone che ride come un malato di mente, senza ulteriore profondità psicologica, insomma.

Che dire, dunque? Highlander è un film discreto, con poche pretese, con una scrittura scricchiolante, ma che ha dei buoni punti di forza. È sicuramente una pellicola pioniera per il genere di avventura/soprannaturale, ma non è, di certo, uno dei migliori film che abbia mai visto.

7 pensieri riguardo “CULT MOVIES #14: Highlander

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