Torniamo a recensire libri e lo facciamo con un libro di un autore italiano.
Premessa necessaria: l’articolo sarà abbastanza breve, ma a causa dell’influenza posso chiedere ben poco alle mie sinapsi.
Si tratta de “L’enigma dell’abate nero” di Marcello Simoni. Un thriller storico che rappresenta il terzo capitolo di una saga dedicato al ladro Tigrinus.
Devo ammetterlo, ho acquistato questo volume, senza aver letto i precedenti, ma fortunatamente non è stato un problema. La storia era scorrevole, ben contestualizzata, frutto di un approfondimento sul contesto storico veramente pregevole da parte dell’autore.
È il terzo libro di Simoni che leggo e, seppur mi abbia convinto meno dei precedenti, continuo a pensare che l’autore abbia uno stile moderno e avvolgente che accompagna il lettore per mano e non lo disorienta. A fronte di un lessico ben studiato, con termini arcaici (dato il genere del libro) e una descrizione storica ben congegnata, la storia risulta agile e il periodare scorrevole. Stilisticamente non si possono fare appunti a Simoni che utilizza uno stile modernissimo (con capitoli brevi, quasi delle scene tratte da una sceneggiatura) per farci immergere in una realtà storica, piena di intrighi e complotti.
Forse, il difetto più grande del romanzo è la storia al centro di questo capitolo della saga. C’è, infatti, un complotto per avvelenare un cardinale. Ma questo complotto è incardinato in un contesto molto variegato e complesso, in cui le trame di una Firenze conturbante e misteriosa spesso tolgono il focus sul mistero che viene risolto nella storia.
In qualche modo, proprio l’enigma centrale risulta essere deludente, a fronte di una storia così stratificata e piena di colpi di scena (a cui non viene dato sempre il giusto spazio) che va velocissima e, spesso, tende a “raffreddare” le emozioni.
Considero, comunque, il libro una lettura che combina bene gli aspetti didattici di un romanzo storico con una storia leggera, dando vita a un prodotto adeguato a qualsiasi lettore.