Cosa voleva dire Diletta Leotta?

Quest’anno il mio interesse verso il festival di Sanremo è più o meno sotto i tacchi. Eppure, non sono riuscito a resistere. Dovevo necessariamente intervenire in merito al “Diletta-gate”, ovvero in merito al putiferio mediatico scatenato dal monologo di Diletta Leotta durante la prima serata di Sanremo.

Per chi se lo fosse perso, lo può recuperare qui.

Per capire meglio di ciò di cui stiamo parlando, però, provo a fare una parafrasi di quello che la Leotta ha detto sul palco dell’Ariston.

In breve, la conduttrice sportiva ha parlato della bellezza e ha buttato, di tanto in tanto, alcune battute parecchio enigmatiche, che sembravano dover portare a una riflessione più profonda ma che hanno preparato il terreno per un discorso privo di contenuto.

Ha detto più o meno “col cavolo che sarei qui, se non avessi questo aspetto. Lo so che lo state pensando”. Ma anche “qui le preferiscono young and blonde”. Delle frasi che mi hanno lasciato perplesso. Sembrava volesse smascherare un sistema in cui per fare la scalata al successo occorre prima di tutto la bellezza, ma, di fatto, il suo discorso non ha smascherato un bel niente. Anzi, a meno di attribuire una pesante nota di sarcasmo o di denuncia sociale alle sue parole enigmatiche, il suo monologo non ha lanciato alcun messaggio. Anzi, si è limitato a una constatazione: “ancora oggi voi avete bisogno della bellezza per accorgervi che noi donne abbiamo anche talento o che siamo preparate”. Bene. Benissimo. Considerate le polemiche sul sessismo nella conferenza stampa di Amadeus, avevamo bisogno di un discorso “femminista”. Ma quello della Leotta non lo è stato.

Afferma la Leotta – rifacendosi a un proverbio della nonna – che “la bellezza è un peso che può fare inciampare chi non lo sa portare, col tempo”.

Ma questo che voleva significare?

Che bisogna essere più che belle? Che le belle non devono limitarsi a essere belle? Che non bisogna lasciarsi definire dalla bellezza? E allora che cosa voleva dire? Stava criticando chi valuta le donne solo per la bellezza o stava criticando le donne che si limitano a voler essere belle e nulla di più nella vita?

Devo ammetterlo. Non ci ho capito niente. Quindi, a mia volta, non potrò illuminarvi. E penso che possa capire l’intento del discorso solo qualche medium in grado di andare il piano del razionale. Come molti quotidiani hanno titolato, credo che le parole della Leotta siano state un’ “occasione sprecata”.

A voler essere polemici, si potrebbe pensare che il monologo fosse studiato per non scontentare nessuno. La Leotta si è limitata a sottintendere e a non parlare chiaro. Ma, di certo, vergognarsi a parlare chiaro quando si parla di queste tematiche non è positivo per istruire le masse e farci riflettere. Anzi, ho finito per credere che, in qualche modo, la Leotta abbia voluto ammettere che lei in prima persona ha dovuto fare i conti e accettare le regole del gioco, senza ribellarsi.

Non spendo nemmeno una parola in merito a coloro che la attaccano per essere passata dal chirurgo, perché è polemica sterile. Ha saputo trovare un chirurgo che l’ha valorizzata e l’ha resa ancora più bella. Buon per lei. Non penso ci sia altro da dire in merito.

Però sentivo la necessità di provare a chiarire perché il monologo della Leotta fosse una bella occasione buttata, per un festival che era partito con scetticismo e che sembra privo di contenuti degni di nota (salva qualche rara eccezione).

11 pensieri riguardo “Cosa voleva dire Diletta Leotta?

      1. Sì che c’era bisogno, perché oltre a questo ha detto anche altre cose che non sono poi così scontate o almeno non per tutti…

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      2. Io sinceramente non ho ritenuto chiaro ciò che volesse dire. Se si voleva leggere un bel messaggio, bisognava andare oltre quello che ha detto. Lei appigli ne ha dati veramente pochi per leggere qualcosa di “profondo” nel suo discorso.

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  1. Quando avrò un po’ di tempo e voglia, vedrò di dare uno sguardo al video (per ora, ho solo la tua versione e quella di uno youtuber, che sembrano concordare abbastanza).

    Se il succo è questo, trovo che sia meglio essere meno esoterici, diciamo, specialmente quando si parla in un programma nazional-popolare: una buona comunicazione deve essere chiara (l’arte può permettersi minore trasparenza, a seconda degli obiettivi che si prefigge, rispetto a un discorso puramente educativo).

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  2. La verità è che prendiamo troppo sul serio tutto, anche queste cose.
    Sanremo è un gran contenitore dove c’è un po di tutto, lo specchio di questo paese. Il monologo l’ho più visto che sentito, è proprio gnocca ( scherzo)

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  3. Premetto che di Sanremo sto recuperando solo gli sketch, qualche ospite e Tiziano Ferro.
    Però ho letto in giro che ha esordito questo monologo con un “La bellezza è una cosa che ti capita” o qualcosa del genere ed è anche abbastanza vero. Avrei sperato proseguisse con qualcosa tipo quindi lavorate di più sulla vostra personalità, ma noto che non è andata così. Anzi, ha fatto vedere come sarà lei tra 40 anni, e quindi? Voleva dire che tanto invecchieremo tutti? Ma va! Bella scoperta.
    Tra l’altro in un intervista del giorno seguente quando le hanno fatto notare che la maggior parte delle persone non aveva capito cosa volesse dire quel suo discorso ha risposto che non è colpa sua che si è spiegata male, ma colpa della gente che non ci è arrivata. Il tutto continuando a non spiegare cosa volesse dire. Quindi per quanto mi riguarda torna da dove era spuntata, ossia il mondo che beatamente ignoro.
    Mchan

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