Recensione di “Ogni cosa al suo posto” – LGBT romance

Buongiorno amici lettori.

Oggi condivido con voi una brevissima recensione di una delle mie ultime letture. Qualche settimana fa cercavo un ebook a tematica LGBT e mi sono imbattuto in “Ogni cosa al suo posto”, romanzo che è stato distribuito gratuitamente su Amazon negli ultimi mesi (e che in versione digitale è ancora gratuito).

La trama:

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Giovanni è un medico affermato, un uomo sposato e un essere umano condizionato dalle scelte imposte dalla sua famiglia. 
Antonella, sua moglie, è una donna che vive alla continua ricerca della perfezione, pensando così di poter fuggire dalle proprie fragilità e dalla consapevolezza di un matrimonio che non la rende felice. 
Alessio in una calda estate di sedici anni prima ha trovato in Giovanni l’amore, nel presente ne conserva solo l’amaro ricordo.
Una sera, il destino metterà Alessio in pericolo di vita e Giovanni davanti all’unica persona gli abbia mai fatto battere 
davvero il cuore. 
Il presente porterà ai tre protagonisti un nuovo stato di coscienza e la consapevolezza che il dolore possa essere il mezzo per rimettere ogni cosa al suo posto. 

Cosa ne ho pensato?

Allora, diciamo che per scrivere un buon romance non è necessario essere originali. Anzi, di solito nella letteratura romantica crei un ottimo prodotto se utilizzi una formula già vincente e la adatti ai sentimenti e ai messaggi che vuoi incanalare. Pertanto, non criticherò “Ogni cosa a suo posto” per le tematiche e i luoghi comuni della vita degli omosessuali, specialmente perché gran parte della storia è ambientata nel 2000, quando ancora molte consapevolezze non c’erano e accettare la propria sessualità era ancora più complesso di adesso.

Tuttavia, il libro ha una serie di difetti che mi spinge a domandarmi la ragione alla base delle decine di recensioni positive.

Infatti, non posso che sottolineare come la punteggiatura sia traballante (e ci sono molti errori di distrazione nei discorsi diretti). Peraltro, leggere “Ahahah” in un romanzo mi fa venire la congiuntivite.

In generale, lo stile è molto acerbo. Sembra che il parlato si fonda a un registro letterario (con picchi eccessivi e incoerenti col resto del libro) in modo piuttosto caotico, in cui a farne le spese è soprattutto il corretto utilizzo della virgola.

Per quanto riguarda le tematiche, invece, penso che il romanzo abbia trattato quello che mi aspettavo avrebbe trattato. C’era qualche spunto di riflessione degno di nota, ma che poi non è stato sfruttato a dovere.

Mi è sembrato che si sia preferito dare spazio ad alcuni dialoghi inutili piuttosto che ai due momenti clou della narrazione, che ora vado ad approfondire.

ATTENZIONE SPOILER

LA SEPARAZIONE FRA ANTONELLA E GIOVANNI

Quando ci si lascia dopo sedici anni perché uno dei due dice all’altro di essere omosessuale, le cose non possono essere, di certo, molto semplici. In generale, io mi aspetto che una simile rottura porti a decine e decine di recriminazioni e di insulti.

Per quanto sia la società a spingere qualcuno a nascondere il proprio io, non si può che solidarizzare con il partner ingannato per anni.

Invece, nel libro assistiamo a un dialogo assurdo, in cui Giovanni alza i toni e fa pesare alla moglie il fatto di non essersi accorta che le cose andavano male e che lui era gay. Alla faccia della sensibilità…

IL LIETO FINE

Non ho amato particolarmente nemmeno il capitolo finale – sebbene fosse scritto meglio del resto del libro – perché non si è approfondita la storia di Alessio. Quasi fosse un semplice espediente narrativo e non l’altro protagonista della storia. Non riusciamo nemmeno a capire perché e per come per Alessio sia possibile annullare una separazione di sedici anni.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Diciamo che, essendo gratuito il download, potrei anche non essere così critico (vale il motto “ottieni quello che paghi” in questo caso), tuttavia non me la sento di promuovere il romanzo. C’era del potenziale nella storia che non è stato sfruttato a dovere. Nel complesso non posso dirmi soddisfatto.

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