Tra ieri e oggi ho avuto modo di recuperare un documentario sportivo inserito proprio questa estate su Netflix. Sto parlando di “Anelka: l’incompris” (a cui è stato l’ “originalissimo” titolo italiano di “Anelka: genio e sregolatezza“).
Di cosa parla il documentario?
“Anelka: genio e sregolatezza” è un documentario britannico-francese, diretto da Eric Hannezo, che analizza la carriera, costellata di luci e ombre, dell’attaccante francese Nicolas Anelka.
Il giocatore, parigino ma con una famiglia originaria della Martinica, si racconta senza filtri in questo documentario che ci fa davvero scoprire molto sia sulla sua carriera che sulla sua vita.
Proprio la franchezza di Anelka rende il programma davvero imperdibile per chi ama il calcio. Non ci sono mai eufemismi o non detti, Nicolas parla di tutto ciò che è successo e ne dà una sua versione, senza tentativi di edulcorare.
Chi è Anelka?
Anelka è stato un calciatore francese, prodotto delle giovanili del Paris Saint Germain. A suo modo, è stato anche un predestinato per essere già in cima al mondo del calcio tra i diciotto e i ventun anni. Tuttavia la sua carriera non lo ha mai visto consacrarsi come un campione assoluto, pur avendone tutte le qualità.
Paradossalmente, le sue stagioni con più riconoscimenti le ha vissute da giovanissimo e poi, per lungo tempo, ha cercato un po’ di rimettere in sesto una carriera, in cui il suo carattere spigoloso lo ha tenuto lontano per molto tempo dai grandi palcoscenici.
Io lo ricordo soprattutto per le sue stagioni al Chelsea, quando era ormai trentenne. Un giocatore che combinava qualità e quantità. Ha anche fatto sei mesi (negativi) in Italia, nella Juventus.
L’ammutinamento della nazionale francese del 2010
Forse l’aspetto più curioso del documentario è quello che riguarda l’esclusione di Anelka dalla nazionale francese ai mondiali sudafricani del 2010. Esclusione che portò la squadra francese a rifiutare di allenarsi nel giorno successivo alla partenza di Nicolas.
L’Equipe riportò un virgolettato di Anelka rivolto all’allenatore della nazionale che causò un putiferio e al provvedimento del Presidente della lega calcio francese che, a competizione in corso, decise di escludere Anelka.
Le parole riportate erano, in realtà, diverse da quelle effettivamente riferite da Anelka al CT Domenech (come Domenech ammise soltanto otto anni dopo, scagionando Anelka).
Questo approfondimento sulla vicenda, in qualche modo, riabilita la figura di Anelka ma soprattutto offre una storia intrigante allo spettatore.
Conclusioni:
Non posso che consigliare agli appassionati di sport questo documentario. L’ho trovato davvero sorprendente e interessante. Un prodotto piacevole da guardare, che ha portato sulla scena anche tanti calciatori e personaggi importanti della storia del calcio.