Recensione di Barbie (2023) – film di Greta Gerwig

Tra Patriarcato, società moderna e insicurezze dilaganti ecco il film di Greta Gerwig con Margot Robbie.

Cattura

E com’è Barbie? Una domanda che mi è stata rivolta tantissime volte, dopo aver condiviso sui social una foto che mi ritraeva in sala per la proiezione del film. Domande che attestano l’attesa e la curiosità che si è creata attorno a questo film.

Barbie – lo dirò e lo ripeterò – era un film difficile da scrivere. Non era il solito lungometraggio di animazione. Era un film – comico (per molti versi) – che doveva mantenere un’aura di serietà.

È stato in parte un tributo alla bambola più famosa della storia, capace di sopravvivere a generazioni e di mantenere un’influenza incredibile sul pubblico, ma anche e soprattutto un’occasione per parlare della società moderna.

Barbie ha lanciato nell’immaginario collettivo molti stereotipi: le donne si sono dovute confrontare con un ideale inarrivabile di bellezza. Però, ha saputo anche cambiare col tempo, adattarsi, proiettarsi a un riconoscimento delle diversità.

Il film ci ha permesso di riflettere tanto sul femminismo e sulla sua contrapposizione al patriarcato, con un dualismo Barbieland (dove sono gli uomini un mero contorno) e mondo reale (dove le donne hanno lottato a lungo per non essere mero contorno) che ci porta a ragionare sulla parità di genere. Ogni persona deve riconoscere la propria unicità, al di fuori dagli stereotipi e da ciò che gli altri si aspettano da lei.

Ciò che ho preferito di questo film, comunque, è stato il riconoscimento anche delle insicurezze e delle fragilità degli uomini per il tramite di un Ken splendidamente interpretato da Ryan Gosling.

7 pensieri riguardo “Recensione di Barbie (2023) – film di Greta Gerwig

  1. Secondo me la questione dello stereotipo e dello standard di bellezza è quella che è stata affrontata meno nel film – e giustamente perché non è responsabilità della Barbie quanto dell’educazione ricevuta. Barbie, fin dalla sua origine, ha dato un messaggio molto progressista alle bambine, insegnando loro che avrebbero potuto fare qualsiasi cosa, poi è ovvio che la sua forma è un’idealizzazione: sta al buon senso generale capire di non poter davvero avere la forma di un giocattolo. Secondo me, nel corso del tempo, è stata caricata di colpe che non ha e che non merita, solo nel tentativo di trovare un capro espiatorio per problemi che sarebbe troppo complicato risolvere adeguatamente: non è colpa di come ho educato mia figlia se ha problemi con il suo corpo, è colpa della Barbie. Che è un po’ come: non è colpa di come ho educato mio figlio se ha sparato ai suoi compagni di classe, è colpa dei film horror, della musica Metal, dei videogiochi, dove andremo a finire signora mia e perché nessuno pensa mai ai bambini?!

    Il film comunque è piaciuto molto anche a me, secondo me è uno dei Top del 2023!

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    1. Beh ormai tendiamo a riempire di colpe media (o bambole come in questo caso) che non ne hanno. Basta pensare a come sono stati stravolti alcuni film Disney (in primis Mulan) per renderli al passo coi tempi per come i tempi sono interpretati da Hollywood

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      1. Madonna, non tocchiamo il tasto Mulan che è una ferita sempre aperta: mi son rifiutato di vederlo dopo aver letto come era stato adattato, quello vuol dire non aver capito nulla della storia e del personaggio. Anche per questo ho iniziato a evitare tutti questi remake Disney, l’ultimo che ho visto è stato Crudelia, poi mi sono rifiutato.

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