Durante la mia ultima settimana di ferie ho deciso di buttarmi su un nuovo manga e ho provato una storia che mi era stata consigliata da un amico. La scelta è, dunque, ricaduta su Demon Slayer di Koyoharu Gotouge, manga da cui è stato tratto un anime di successo.
Si tratta di uno shonen/action che ruota attorno a una trama piuttosto semplice da descrivere: Tanjiro, il protagonista, vuole a tutti i costi salvare la sorella, Nezuko, che è stata trasformata in un demone. Esiste un modo per invertire la trasformazione? Chi può aiutare i due nell’impresa? Questi gli interrogativi centrali della storia.
Tanjiro, nel suo percorso, viene addestrato dal maestro Urokodaki che, a dispetto del carattere troppo mite di Tanjiro, vede in lui le giuste potenzialità per passare l’esame di Demon Slayer. Urokodaki trova anche il modo di aiutare Tanjiro nel rendere Nezuko inoffensiva.
Infatti, nel mondo di questo manga, i demoni divorano gli uomini. Nezuko, tuttavia, si fa forza del legame che condivide con Tanjiro e trova metodi alternativi per non uccidere gli innocenti. Uno stilema narrativo che ricorda – manco a dirlo – i famosissimi “vampiri vegetariani” diventati famosi nelle saghe fantasy degli anni duemila.
La storia funziona e in alcuni momenti riesce anche a trasmettere molte emozioni, però…
Lo ammetto, è un manga che non mi ha convinto fino in fondo (almeno i primi due volumi fin qui letti). Ho trovato la storia di Demon Slayer, a tratti, infantile. Non c’è quella profondità che ho riscontrato in altri shonen e, al di là, della tematica familiare, in questi due volumi ho scorto poche “sottotrame” e leit motiv in grado di arricchire il filone narrativo principale.
Le tavole sono semplici ma ben fatte. I personaggi sono riconoscibili, anche se meno vivaci di altri protagonisti degli shonen.


maaaa
quindi lei ha sempre quell’affare in bocca non per sadomaso ma perke non vuole mordere? xD
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Ahahha esatto
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