Recensione di “La meccanica del cuore” di Mathias Malzieu

Quest’anno con il libro omaggio della Feltrinelli per il compleanno sono andato un po’ a caso, ma credo di aver indovinato.

“Quando gli adulti si mettono in mezzo, si raggiunge sempre una nuova soglia di oscenità.”

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La meccanica del cuore di Mathias Malzieu è un romanzo del 2007 dello scrittore francese Mathias Malzieu. Si tratta di una storia molto particolare che, a mio modo di vedere, meriterebbe di ascendere nel pantheon dei cosiddetti classici.

Jack nasce con un difetto congenito al cuore, che viene “riparato” da Madeleine, che poi ne diverrà la madre adottiva. Quest’ultima collega l’organo del bambino agli ingranaggi di un orologio. Il meccanismo dell’orologio servirà, infatti, a far battere a sufficienza il cuore di Jack affinché viva, con l’avvertenza di dovere evitare i dolori d’amore perché potrebbero compromettere la sua salute o addirittura risultargli fatali.

 “Vederci poco è un gioco. Per i baci e le canzoni, gli occhi vanno chiusi.”

La meccanica del cuore è una lunga, elaborata, coinvolgente metafora che ci parla dell’amore. L’amore è il più grande sconvolgimento delle nostre vite ed è, altresì, un pericolo. Non possiamo negare che l’amore sia una delle più gravi trepidazioni della nostra esistenza. Quanti inciampi, quanta sofferenza per il mal d’amore…

La meccanica del cuore ci parla dell’amore in astratto molto prima di raccontarci una storia d’amore specifica, ovvero quella che vede protagonisti Jack e la ballerina Miss Acacia.

È un libro universale che si rivolge sia ai più giovani che ai più grandi e che può essere letto come un trattato sulle amorose cose (leggasi l’innamoramento, la gelosia, il dolore per la perdita dell’amato). Un romanzo che dovrebbe essere letto da tutti e che lascia un’impronta indelebile sulla mente di chi ancora non sa di cosa parliamo quando parliamo d’amore.

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6 pensieri riguardo “Recensione di “La meccanica del cuore” di Mathias Malzieu

  1. Bellissimo, l’ho riletto proprio quest’estate per spezzare tra due cose molto più lunghe: l’ho divorato in una giornata ma me ne sono innamorato come la prima volta. E’ davvero poetico, è fiabesco ma senza essere infantile, ha delle immagini meravigliose (l’inizio, con il profondo inverno, la casa di Madeline, che immagino a metà tra l’antro di una strega e la casa di Geppetto in Pinocchio, ma anche Jack stesso con il quadrante che gli sbuca dal petto), e riesce a parlare di argomenti molto complessi senza scadere nella facile retorica.
    Quest’anno, a scuola, devo fare, come argomento, il booktrailer, e sto pensando di dare proprio questo libro da leggere come materiale su cui lavorare: è breve, è fantastico e può offrire un sacco di ispirazioni visive.

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