Marvel’s Inhumans: quando il web si accanisce più del dovuto

Inhumans è la nuova serie del Marvel’s Cinematic Universe, che ha debuttato la scorsa settimana sull’emittente ABC. La serie, tratta dagli omonimi fumetti, narra le vicende di un gruppo di umani che hanno sviluppato particolari poteri e che si sono poi trasferiti sulla Luna, nella città di Attilan, dove hanno costruito il loro piccolo impero.

Lo show, a giudicare dalle recensioni e dai commenti nel web, sembra essere stato fortemente criticato e aver impressionato ben pochi telespettatori. Tuttavia, non mancano coloro che hanno speso una lancia a favore della serie sviluppata da Scott Buck. E io, devo ammettere, sono più vicino alle tesi di coloro che hanno difeso la serie piuttosto che a quelle che lo hanno già seppellito.

In primis ci tengo a dire che ho visto in questi anni serie con una sceneggiatura molto peggiore di Inhumans che a un pubblico, forse meno pretenzioso di quello dei fan marvel, sono apparse sicuramente apprezzabili.

In secundis va specificato che, seppure la serie risulti troppo ambiziosa e gli sforzi di budget per rendere Inhumans un vero colossal seriale a tema “supereroi” – per intenderci – sarebbero certamente inaffrontabili per una serie televisiva, la realizzazione del prodotto non è stata così posticcia o pessima come è stata descritta. Ho visto serie con effetti speciali molto peggiori (e mi riferisco a effetti speciali molto più semplici di quelli che ha richiesto Inhumans), che sono state meno criticate da questi fan bacchettoni che adesso insorgono contro lo sforzo dell’ABC.

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Certo, potreste dire che “c’è di peggio” non è certo una valida argomentazione né tanto meno un complimento significativo alla serie, ma sicuramente smaschera uno degli effetti dannosi del web, che, con la sua viralità, riesce ad essere troppo magnanimo o troppo severo, a seconda degli umori di chi dà avvio alle critiche o agli elogi.

Se devo fare un appunto serio allo show, questo si focalizza sulla storia e sull’evoluzione narrativa. Ho trovato infatti troppo rapido il modo in cui si è portato sugli schermi il tradimento di Maximus. Le scene e gli sviluppi sono stati oltremodo concitati, sebbene non sia la prima volta che le puntate iniziali di una serie vengono utilizzate come rapido prologo per mettere in piedi la situazione che poi farà da presupposto alla dipanazione della vera storia che gli showrunners intendono narrare.

Mi sento, infine, di apprezzare anche la recitazione di questo show, nel quale gli attori non hanno mai fatto trasparire quell’aria di “ma che cavolo sto dicendo, questo show è un immane marea di stronzate”, che è sempre un rischio quando si tratta di mettere in scena una serie fantasy o di immedesimarsi in situazioni altamente inverosimili.

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Spicca chiaramente il ruolo di Iwan Rheon (Maximus), chiamato a fare, con la sua popolarità e la sua serietà da interprete, chiamo per la serie e a dare allo show un villain in grado di dare interesse allo sviluppo dei suoi oppositori, ovvero sia gli eroi del programma in questione.

Mi aspetto un’evoluzione da questo show, che, comunque, ho trovato sufficiente e in grado di rispettare quelle che potevano essere le aspettative, tenuto conto che il budget per una serie televisiva non eguaglierà mai quello dei film cinematografici a tema super eroi.

Meno bacchettoni, più menti aperte. Pace e bene e buona visione!

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