La seconda stagione di Iron Fist: tiriamo le somme

IF

Iron Fist, alla sua prima stagione, aveva attirato su di sé copiose critiche da parte degli addetti ai lavori, che avevano trovato la serie “debole” al confronto con gli altri show dedicati ai Defenders. Questa seconda stagione, invece, ha ottenuto un feedback ambivalente, con un pubblico molto diviso (a fronte di una critica nettamente positiva), che è, a mio modo di dire, il risultato necessario della compresenza di tanti elementi positivi e di tanti negativi all’interno dello show, e, probabilmente, di una netta differenza fra quella che è stata la prima parte di stagione e quella che è stata la seconda parte.

Partiamo subito col dire cosa ha funzionato. In questa seconda stagione il fiore all’occhiello, probabilmente, è stata l’atmosfera fumettistica, con scene di azione e di lotta che ci hanno davvero riportato al mondo dei fumetti, nel quale succedono eventi imprevedibili, ma allo stesso tempo appassionanti e, soprattutto, divertenti per lo spettatore.

Da apprezzare, inoltre, la costruzione e la realizzazione degli ultimi due episodi della serie, in cui è difficile trovare difetti. E, se mi è concesso, voglio fare una menzione speciale per la recitazione di alcuni protagonisti, Tom Pelphrey (Ward) su tutti, che ha davvero dato un quid in più alle ultime puntate. IFFF

Cosa ha funzionato meno, invece? Arriviamo, dunque, alle note dolenti. Partiamo col dire che non ho trovato avvincente la storyline, forse troppo scontata, con una revenge plot, che vedeva Davos alla ricerca del riscatto, dopo i patimenti di una gioventù travagliata. I dubbi e le riflessioni sul concetto di “giustizia” – tema tanto caro a Daredevil, serie che attendiamo spasmodicamente – non sono riusciti a rendere più intrigante la storia, né a farci piacere il personaggio di Davos, che, anzi, è rimasto indigesto a quasi tutti i fan della serie.

Hanno funzionato poco, a dirla tutta, anche gli altri personaggi dello show (ad eccezione di Ward). E, forse, se non fossero ricorsi a Misty Knight (Simone Missick), avremmo avuto insieme a Danny quasi unicamente personaggi poco riusciti e poco amati dal pubblico.

Non vorrei in questa sede dare ulteriori dettagli sulla stagione o sulla storia, pertanto mi limito a dire che, nel complesso, la seconda parte di stagione è stata sufficientemente divertente e ben realizzata, in grado di confermare Iron Fist come una serie “leggera” e allo stesso tempo moderatamente interessante, che, però, è chiamata davvero a un salto di qualità nella terza stagione per meritare un’ulteriore prosecuzione.

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