Daredevil: con la terza stagione il ritorno ad alti livelli

Ho scelto un titolo molto chiaro per questo articolo, dal momento che non intendo utilizzare mezze misure, dopo anni in cui ho visto serie sui supereroi che avevano i loro pro e i loro contro, per la prima volta mi sono ritrovato ad appassionarmi davvero, a seguire con interesse ogni puntata di una stagione. E questo lo devo a una brillante terza stagione di “Daredevil”, che, in qualche modo, riesce anche ad oscurare la notizia della cancellazione della prima serie a tema Defenders, ovvero Iron Fist, che, come molti sapranno, non tornerà sulla piattaforma Netflix con nuove stagioni.

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Tornando all’oggetto dell’articolo, però, devo fare una premessa. Devo premettere che dalla terza stagione di Daredevil mi aspettavo un salto di qualità. Per la serie “Go Big or Go Home”, la serie curata da Drew Goddard, a mio modo di vedere, poteva garantirsi il suo pubblico solo con una stagione avvincente e ben realizzata, dal momento che circolava già un sostanziale malcontento tra i fan che avevano notato una seconda stagione nettamente più debole della prima, che aveva abituato, forse, “un po’ troppo bene” gli spettatori.

Questa terza stagione raggiunge gli stessi livelli della prima e mostra lo show su “Daredevil” come lo show sicuramente più divertente ed elettrizzante fra quelli dedicati ai Defenders, malgrado abbia apprezzato anche gli altri, pur manifestando un’inclinazione particolare per “Jessica Jones”, unico show, secondo la mia visione, ad avere la potenzialità di intrattenere e accattivare il pubblico al pari di “Daredevil”.

Il successo di questa terza stagione risiede semplicemente nella mancanza di tempi morti, che, in un “super-hero drama”, come lo definiscono gli americani, non sono mai la ciliegina sulla torta, anzi. In “Luke Cage” e in “Iron Fist”, spesso, ho notato come la regia amasse attendere oltremodo per dare un’accelerata alle storyline e le scene d’azione, quasi sempre, non risollevano gli episodi piatti (in “Iron Fist” più che altro) e lenti (in “Luke Cage”), che smorzano l’entusiasmo degli spettatori.

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Oltretutto, con questa terza stagione, si è fatta una grande indagine sui tre protagonisti dello show, Matt (Charlie Cox), Karen (Deborah Ann Woll) e Foggie (Elden Henson), che sono apparsi vividi come mai e hanno cavalcato alla perfezione il tema, ormai caro a Netflix, di un’America soverchiata dalla corruzione e dai giochi di potere, in cui, sfortunatamente, esistono le persone al di sopra della legge.

Vorrei aggiungere, infine, che ritengo “Kingpin”/Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) il villain migliore di tutte le serie Netflix dedicate ai Defenders. La recitazione di D’Onofrio, combinata a storyline azzeccatissime, rendono Fisk una grandissima attrattiva per lo show. E, in questa stagione, anche Wilson Bethel, nei panni dell’agente Poindexter, ha saputo incrementare l’appeal dei villain nella serie Marvel.

In definitiva, “Daredevil”, in questa stagione, è stato l’esempio perfetto di come va realizzata e costruita una serie a tema supereroi. Si è dato molto peso alle storie e alle trame già costruite, si sono evidenziati gli aspetti positivi degli eroi e negativi dei nemici, in una storia fra bene e male combattuta in una metropoli corrotta e piuttosto oscura.

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