Buongiorno lettori. Oggi torno alla tastiera, dopo aver finalmente recuperato The Wife, film tratto dal romanzo omonimo di Meg Wolitzer; pellicola valsa il riconoscimento come migliore attrice protagonista a Glenn Close nell’ultima edizione dei Golden Globes.
Il film tratta le vicende di una coppia, Joe (Jonathan Pryce) e Joan Castleman (Glenn Close). La storia inizia dal momento in cui viene annunciato a Joe dalla commissione svedese di aver vinto l’ambitissimo premio Nobel alla letteratura. Un riconoscimento, che, però, non è fonte esclusivamente di gioia per la famiglia Castleman, ma soprattutto è punto di svolta perché le questioni irrisolte tra loro vengano a galla e si arrivi a un definitivo momento di confronto.
Senza volervi rivelare nulla della trama, posso dire che si affrontano tematiche importanti e che spingono alla riflessione nella pellicola. Si descrive come, per le donne, a volte, sia molto più difficile emergere che per gli uomini e che, spesso, in passato (più che in tempi moderni, immagino), le donne preferivano assumere un ruolo secondario (vivere nell’ombra, ndr.) nella loro stessa vita, pur di mandare avanti i propri uomini. È un film che parla anche di coppie e famiglie disfunzionali, in cui i segreti e le omissioni diventano lontananze, muri altissimi di incomunicabilità.
Ho apprezzato il film diretto da Bjorn Runge, sebbene abbia faticato non poco per comprendere in quale direzione stesse andando la narrazione (anche se, facendo attenzione, si può speculare e intuire la trama del film dopo ben pochi minuti) e il perché si susseguissero scene che, all’apparenza, non erano utili ai fini della costruzione narrativa. Invece mi sbagliavo grandemente, dato che The Wife si fa ammirare proprio in virtù di un climax ben costruito, che porta a una scena straordinaria, in cui Glenn Close, nei panni di moglie rimasta ingiustamente nell’ombra, dietro la vanagloria del marito, manifesta tutto il suo dolore per i rimpianti e per gli errori della sua vita, in occasione del discorso di ringraziamento del marito, premiato proprio col Nobel.
In modo particolare, e forse mi ripeto, del film mi ha colpito come si cerchi di parlare di donne e del ruolo delle donne, con una vicenda – quella della protagonista – che dovrebbe essere emblematica e monito per tutte le spettatrici. Joan, nella sua vita, ha fatto tutto quello che ha potuto per aiutare l’uomo che amava, fino a portarlo “sul tetto del mondo”, e lo ha fatto a dispetto dei ripetuti tradimenti e del più bieco orgoglio di un uomo che s’è sempre sopravvalutato.
Immagino il romanzo meriti davvero un’occasione e non nascondo il mio desiderio di leggerlo un giorno. Per il momento vi saluto, consigliandovi questo film che, seppur drammatico, non è pesante per il modo in cui è stato girato e per il fatto di non essere nemmeno eccessivamente lungo. Se avete voglia di concedervi un po’ di tempo e un po’ di spazio per riflettere, The Wife è il film che fa per voi.