Nelle Pieghe del Tempo – Parliamo del Flop Disney con Oprah

L’anno scorso è passato quasi sotto traccia, e questo è solo un eufemismo per dire che quasi nessuno si è interessato al film “Nelle Pieghe del Tempo”, prodotto dalla Disney e basato sul romanzo di Madeline L’Engle.

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La pellicola, diretta da Ava DuVernay, ha fatto uno dei peggiori risultati della storia della Disney, specialmente se si valuta il film in base ai risultati meramente economici ottenuti. Con un budget stanziato di 250 milioni (gli effetti speciali sono veramente onnipresenti nella pellicola), il mancato successo al botteghino ha causato una perdita di 86 milioni. Insomma, un vero e proprio bagno di sangue, ma io ritengo che ciò non sia dovuto alla sfortuna. Il film, a mio modo di vedere, è una delle pellicole più “no sense” che io abbia mai visto.

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Prima di perderci nelle “critiche” al film, riassumiamo la trama, per chi – fortunatamente – non lo avesse visto. Il padre di Meg Murry e Charles Wallace è riuscito a divenire padrone di una formula tramite la quale può effettivamente conoscere e viaggiare nell’universo, tramite uno strumento chiamato “Tesseract”. Inconsapevole della sua scoperta, l’uomo scompare e non viene più ritrovato. Dopo alcuni anni dalla scomparsa, però, i due figli, Meg e Charles, e un compagno di scuola di Meg, Calvin, iniziano un viaggio per l’universo, aiutati da tre entità della luce, le signore Chi, Qual è (Oprah Winfrey, ndr.) e Cos’è. Durante il viaggio i tre protagonisti scoprono che il padre è scomparso in una sorta di distorsione negativa dell’universo, chiamata semplicisticamente “LUI”, da cui i bambini cercano di salvarlo e riportarlo a casa.

La trama, di per sé, è tutto un programma. Non so se sia la medesima del libro, ma sono certo che nel film esistano dei buchi di trama giganteschi, che fanno sembrare il film una sorta di storia psichedelica per bambini, in cui le transizioni da una scena all’altra sono rapidissime e gli eventi soprannaturali non sorprendono nessuno. Ti viene da chiederti più volte “ma per loro è normale che queste tre donne in costumone con poteri magici siano spuntate dal nulla?” oppure “e, quindi, dei bambini devono salvare l’universo praticamente da soli, senza che nessuno li aiuti?”.

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La regia, a mio modo di vedere, è pessima e lo snodarsi della trama è evidentemente frettoloso e raffazzonato. E non basta a farsi apprezzare dal pubblico la partecipazione di Oprah, nei ruoli di una variopinta entità benevola, sempre pronta a lasciarsi andare ad aforismi o frasi motivazionali. Peccato, perché l’esperimento e il look della famosa icona della televisione americana potevano anche esser sfruttati meglio. Alla fine, ciò che rimane è un’accozzaglia di scene infarcite di CGI senza senso, con un lieto fine alla “vissero tutti felici e contenti”. Mi sentirei di dire che è una delle peggiori – se non la peggiore – pellicola prodotta dalla Disney che io abbia mai visto.

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