[Recensione] Gregor – La Prima Profezia: la mia opinione sul romanzo della creatrice di Hunger Games

Diciamocelo, conosciamo tutti Suzanne Collins essenzialmente per la saga di Hunger Games, che è diventata fenomeno globale quando ne è stata realizzata la serie di film che ha portato agli onori della ribalta Jennifer Lawrence.

Da qualche mese mi ero ripromesso di provare a leggere l’altra saga della Collins, “The Underland Chronicles”, il cui primo libro è proprio Gregor – La Prima Profezia, romanzo del 2003, che, tuttavia, è stato veramente pubblicizzato in Italia soltanto una volta che la Collins è diventata scrittrice famosa ed apprezzata, proprio per via di “Hunger Games”.

Dovendo parlare di Gregor, mi sento di dire che si tratta di un buon libro per bambini. Non riesco nemmeno a definirlo uno young-adult. Cerchiamo di essere chiari, la storia non è troppo zuccherosa o favolistica, ma le ambientazioni e i personaggi, forse troppo estremizzati, nel loro essere buoni o malvagi, mi fanno pensare che sia una lettura ideale per lettori giovanissimi.

Non ho trovato Gregor una pessima lettura nemmeno per chi, come me, avesse superato da un pezzo l’infanzia, pur avendolo trovato “troppo leggero” per potermi davvero appassionare. Infatti, non posso negare che la storia funzioni, che il libro sia scorrevole e, tutto sommato, un piacevole passatempo.

Tuttavia posso certamente dire che la lettura mi ha lasciato molto poco. Nessun personaggio mi ha DAVVERO colpito. Mi è sembrato troppo difficile immedesimarmi nella psiche e nei pensieri di un protagonista undicenne, ovviamente privo di quelle ambivalenze e di quei punti oscuri che un personaggio più maturo avrebbe certamente posseduto.

Il tipo di storia e il tipo di lettore a cui la Collins si rivolge, a mio modo di vedere, sono diversi (e pure parecchio) da quelli riscontrabili nella saga di “Hunger Games”. E questo, secondo me, è da attribuire anche al fatto che la saga de “Le Cronache del Sottomondo” è essenzialmente, come affermato anche dalla Collins, un tributo ad “Alice e il Paese delle Meraviglie”. Solo che le atmosfere, più complesse tratteggiate da Lewis Carroll in “Gregor” sono assenti, e il libro sembra meno tridimensionale.

Ciononostante è una lettura che regala messaggi positivi e buoni sentimenti, secondo me, perfetta per dei giovani lettori, che consiglio nel caso doveste fare qualche regalo!

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