Cult Movies #8: Quattro Matrimoni e Un Funerale

Oggi recensisco, per la rubrica dedicata ai film cult, un film che mi hanno suggerito a più riprese. Sto parlando di “Quattro Matrimoni e Un Funerale”, film britannico del 1994, diretto da Mike Newell, con protagonisti Hugh Grant e Andie MacDowell.

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Il film in questione è stato un vero e proprio campione di incassi (inaspettato), nonché un trampolino di lancio per la carriera di Hugh Grant, che, però, ha faticato poi ad uscire dal ruolo del film nelle sue successive performance (ma questa è solo un’opinione personale, eh).

La trama di Quattro Matrimoni e Un Funerale è presto detta: Charles (Hugh Grant) è un dongiovanni da strapazzo, che fa molta fatica ad impegnarsi e a decidersi a mettere la testa a partito, così da metter su famiglia. Durante uno dei tanti matrimoni a cui viene invitato, però, perde la testa per una donna americana, Carrie (Andie MacDowell), che è l’unica per cui comprende di riuscire a provare un sentimento serio. In una sfilza di matrimoni i due si scontrano, senza mai trovare la vera occasione per far diventare la loro attrazione qualcosa di più, per costruire una relazione. Durante il film lei si sposerà con un altro uomo e lui, ormai rassegnato, deciderà di sposare un’altra donna.

Vi assicuro che non ho spoilerato molto del film con questa sorta di “sinossi”; lascio, infatti, alla vostra curiosità il finale della pellicola.

Parlando di questa strampalata commedia britannica, che vive di un umorismo spesso fuori dalle righe, mi verrebbe da usare un termine che, per molti, potrebbe suonare blasfemo (visto che è un film molto apprezzato), e il termine in questione è “sopravvalutato”.

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Trovo, infatti, che il film sia poco omogeneo e che le sequenze pecchino di armonia. Inoltre, nel corso del film, non si fa nulla per creare empatia nei confronti di Carrie e Charles. Anzi Carrie e Charles, a mio modo di vedere, vengono presentati come pessimi esempi e pessimi esempi rimangono fino alla fine. Lei è l’anti-eroina della commedia romantica. Per nulla avvezza ai sentimentalismi, con una vita sessuale sfrenata, e un’affezione non troppo velata per i soldi e per il potere dei propri partner. D’altra parte Charles sembra il tipico scapolo che ama divertirsi con le donne, senza che subentrino sentimenti troppo forti. Insomma, tra di loro, può anche scattare l’alchimia, ma non mi sembra, almeno a una prima visione, che il regista si sia preoccupato di scrivere per loro una vera e propria storia romantica, tant’è che, per me, la pellicola è una commedia pura e semplice, più che un film romantico. Al di là di una forte attrazione fisica tra i protagonisti, c’è molto poco che giustifichi il perché lui abbia sempre ritenuto lei la donna della sua vita. Lei, d’altra parte, fino all’ultimo, non sembra nemmeno ricambiare gli stessi sentimenti.

Quattro Matrimoni e Un Funerale, comunque, è un film che riesce a strappare qualche risata e qualche emozione (durante la scena dedicata all’unico funerale), ma, mi dispiace dirlo, per me rimane un film sopravvalutato, che ha ottenuto fin troppo successo, visti quelli che sono i pregi e i difetti di regia e di sceneggiatura.

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9 pensieri riguardo “Cult Movies #8: Quattro Matrimoni e Un Funerale

      1. Sicuramente è un genere molto leggero. Mio marito non si è mai nemmeno seduto due minuti a fianco a me , ad esempio…
        Ma a me piaceva tantissimo l’English style. I diversi accenti. La mia agognata Scozia. Quando uscì il film non l’avevo ancora visitata. Il modo di fare scanzonato di questo tipo strafottente….insomma ho trovato abbastanza scuse?

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      2. Sì, ha tanti punti di forza. Sono d’accordissimo sul modo di fare del personaggio di Hugh Grant. È riuscito a rendere affascinante un personaggio con ben poche qualità umane.
        Belle anche le ambientazioni. La Scozia ha sempre il suo fascino 😍

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