C’è una ragione psicologica dietro al nostro disappunto per l’ultima puntata di Game of Thrones: scopriamola insieme

Sono giorni che non si parla d’altro. “The Bells” ha creato una spaccatura significativa tra i fan della serie HBO. La critica televisiva, nostrana quanto d’oltreoceano, sembra propendere – quasi univocamente – a favore di una visione negativa dell’ultimo episodio e dell’ottava stagione in generale. Il pubblico, invece, è quasi perfettamente diviso a metà, fra coloro che hanno apprezzato e coloro che sono rimasti enormemente contrariati.

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Giungono, inoltre, voci di un Martin non esattamente entusiasta di quanto si sta vedendo in questa stagione, ma che ha giustificato i difetti dello show con l’esigenza di attori e sceneggiatori di “sbrigare la pratica” in fretta, data la loro volontà di cimentarsi in nuovi progetti.

Tornando all’episodio, però, bisogna concentrarsi su un personaggio, che è proprio quello più chiacchierato. Sto parlando di Daenerys Targaryen, la cui trasformazione, per molti, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il suo passaggio da “fan-favorite” a “villain” è stato repentino e, sebbene ci fossero degli indizi, lo show aveva fallito nel delineare in tempistiche e in modi ragionevoli il cambiamento di quella che, in definitiva, era la protagonista della serie, forse anche più del tanto decantato Jon Snow. Tra parentesi, anche Emilia Clarke, l’interprete, non ha nascosto un certo disappunto per la gestione del suo personaggio.

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Su The Bustle si affronta questa problematica, per il tramite delle parole di un dottore in psicologia clinica, il dottor Joshua Klapow, che ha provato a rinvenire le ragioni psicologiche per le quali i fan accaniti della serie sono rimasti così contrariati dall’ultimo episodio e dagli sviluppi relativi al personaggio di Daenerys Targaryen.

Secondo Klapow, la nostra frustrazione deriva dall’intensa connessione emozionale che siamo in grado di creare coi personaggi televisivi.

Quando rivediamo noi stessi o la nostra realtà in uno show, diventiamo più interessati e coinvolti.

Ha detto “Più ci connettiamo e più ci dimentichiamo che è solo uno spettacolo, più vediamo parallelismi tra lo show e il nostro presente, passato, futuro o anche con le vite che avremmo desiderato vivere (…). Permettiamo ai nostri cervelli di fare quello che sono grandiosi a fare: creare realtà.”

In qualche modo, noi sappiamo che questi personaggi non sono reali, ma le speranze e le paure e i sentimenti che proviamo per loro lo sono. In Daenerys, molti di noi hanno visto una campionessa femminista. Ha superato impossibili ostacoli per incrementare il proprio potere e accrescere il suo seguito. Potevamo soltanto sperare che lei salvasse i sette regni, specialmente dato che il pubblico ha sopportato una misoginia sfacciata ai danni di tanti personaggi, e l’oggettificazione delle donne in generale.

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Sfortunatamente, però, la nostra speranza era completamente mal riposta, dato che gli sceneggiatori avevano piani differenti.

Klapow ha aggiunto: “non è vita reale, ma abbiamo il potere di proiettare le qualità che scegliamo sui personaggi. Siamo capaci di attribuire ai personaggi le qualità positive che cerchiamo nella nostra realtà, ma che non riusciamo a trovare.

In generale, ci permettiamo di proiettare quello che speriamo nel nostro mondo all’interno dei personaggi. E molti di noi sono stati pronti a farlo con Dany. (…) Ma Game of Thrones ha sempre un modo per ricordarci che la realtà, anche in un universo fantasy, può essere crudele. Le caratteristiche negative di Daenerys sono sempre state presenti – il suo comportamento instabile e la sua impulsività nel prendere le decisioni – sia che avessimo scelto di vederle sia che avessimo scelto di ignorarle.”

Tuttavia, va aggiunto, che la serie ha impiegato molto più tempo a descrivere Daenerys per i suoi aspetti positivi, presentandola come una possibile salvatrice, piuttosto che come una donna folle e spietata.

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L’articolo sottolineava come, alla luce di tutte le energie spese nel credere che Daenerys potesse salvarci da tutta la negatività del contesto delineato per dieci anni, fosse inevitabile che questa trasformazione risultasse un duro colpo per il pubblico.

Bustle aggiungeva inoltre – e personalmente sono d’accordo – che pur essendo una svolta di trama possibile, gli sceneggiatori non hanno narrato la storia in modo sufficientemente adeguato per “preparare” i fan a questa svolta caratteriale repentina, in modo da farla accettare meglio di come, di fatto, è stata recepita.

Fonte: The Bustle

16 pensieri riguardo “C’è una ragione psicologica dietro al nostro disappunto per l’ultima puntata di Game of Thrones: scopriamola insieme

    1. Beh Martin ha detto così. Ha detto che era normale che sceneggiatori e attori volessero fare altri progetti e questo ha ridotto gli episodi delle ultime due stagioni. Ho anche letto che sono stati proprio sceneggiatori e attori a chiedere di ridurre la durata delle ultime stagioni perché l’Hbo aveva richiesto due stagioni complete.

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      1. Sophie Turner ha pur sempre girato Dark Phoenix nel frattempo, quindi non penso che in tutti questi due anni hanno girato. Forse hanno lavorato più al producing che al girato in questi due anni. Se non sbaglio oltretutto hanno finito almeno sei mesi prima della messa in onda.

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      2. Ma anche quando riuscivano a produrre dieci episodi all’anno le riprese terminavano molto tempo prima della messa in onda. No, per me la “fretta di concludere” è una scusa inventata per far fronte in qualche modo allo scontento degli spettatori.

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      3. E comunque, a costo di sembrare un brontolone, “avevamo fretta” è una giustificazione terribile XD
        Avrebbero potuto dire “abbiamo sottovalutato questo aspetto della scrittura” o cose così, anziché “l’abbiamo fatto a tirar via perché avevamo altri impegni”…

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  1. Bisogna essere onesti e ammettere che gli sceneggiatori hanno fallito completamente nella stesura della trama finale. Hanno rovinato e concluso troppo di fretta le storyline di quasi tutti i personaggi, 8 anni di pericolo di fine dell’umanità risolti in una puntata che poi a me è anche piaciuta e Arya che uccide il KN è una genialità. Della 5 e tatno criticata puntata salvo solo la regia e Sandor. Per quanto riguarda Daenerys capisco il fandom che contesta la svolta da personaggio positivo a Mad Qeen. Nella serie lei è sempre stata presentata come la liberatrice degli oppressi e anche quando ha bruciato i nemici gli ha dato sempre un alternativa. Nei libri di Martin invece si vede bene il suo carattere da Targaryen al limite della follia. Ps Voglio ricodare che la scelta dei 6 episodi è tutta degli showrunner della serie, HBO aveva messo a disposizione il budget per un finale di 10 puntate.

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