Oggi non sono proprio riuscito a preparare uno dei miei soliti articoloni domenicali sui generi letterari. Pazienza, di domeniche ce ne saranno ancora.
Ho passato la giornata a leggere e correggere un romanzo – in realtà non saprei nemmeno come chiamarlo – di mio padre. Su questo manoscritto ci lavora da una decina d’anni. Ha cercato di metterci dentro un pezzo di sé e i momenti migliori vissuti con il padre, oltre ai piccoli racconti che il nonno si era portato dietro dalla guerra.
Ci sono una serie di aneddoti della guerra, di una guerra che mio nonno non ha mai vissuto direttamente. Era poco più che un bambino, infatti, quando sbarcarono gli inglesi nel paese da cui proviene la mia famiglia, ovvero Avola.
Ho pensato di condividere questi momenti con voi…
Non so che ne sarà di questo (faticosissimo) lavoro di rilettura e correzione. So soltanto che, malgrado la fatica, è stato bello avvicinarmi a quel nonno, che io ho conosciuto sordo come una campana e che, dopo aver venduto la casa in campagna, è sembrato spegnersi nell’isolamento. Così come è stato bello leggere dei piccoli trionfi e delle innumerevoli sconfitte della vita adolescenziale, così simile alla mia, di mio padre.
Non so se sarei in grado di scrivere un intero libro, o anche soltanto un diario, per parlare di me, di mio padre e della mia vita. Credo di no. Però, devo ammettere che il viaggio che ho fatto nelle memorie di mio padre è stato stranamente piacevole. A tratti anche un po’ complesso, visto che non tutte le idee erano espresse in modo perfettamente chiaro, ma pazienza…
Spero di non avervi annoiato con questo piccolo racconto di vita quotidiana.
Con gli articoli seri, ci rivediamo settimana prossima. 🙂
sempre piacevole ascoltare i nonni e loro racconti anche io lo facevo
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Io ho potuto sentirli solo filtrati, ma è stato emozionante comunque.
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E’ un articolo serio anche questo, anzi, è bello che collabori con tuo padre 🙂
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Grazie Silvia. Erano solo alcuni pensieri messi insieme. Buoma serata 🙂
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Che bella intenzione 😍
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Assolutamente. Conserverò gelodamente queste storie di famiglia 😊😍
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Fai bene sono preziosità
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Mia figlia lo sta facendo con un diario di mio padre che parla della guerra.
Il risultato è straordinario
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Non ho dubbi. 🙂
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La scrittura come legame tra generazioni.. Bello
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Una delle ragioni per cui ho sempre desiderato scrivere nella vita è stata per lasciare una traccia.
Quando si parla di vita vissuta questo viene ancora di più amplificato. E’ stata l’occasione per avvicinarmi a un nonno con cui non sono mai davvero entrato in confidenza.
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Deve essere davvero emozionante contribuire a scrivere una specie di memoria familiare. Quando ero più piccolo, i miei nonni parlavano spesso a me, i miei fratelli e i miei cugini della loro giovinezza, ci raccontavano un sacco di cose anche della guerra (che hanno vissuto da spettatori, senza prendervi davvero parte, visto che sono nati nel 30 e nel 39), però col passare del tempo hanno smesso di farlo. Un po’ è anche colpa nostra, probabilmente, visto che ormai ci vediamo molto più di rado, complice anche la distanza, e quando ci si riunisce parliamo del nostro presente e non del passato.
Io ho la mezza idea di raccontare almeno un paio di storie vere che mi hanno per protagonista, una molto serena e divertente, l’altra… decisamente meno. Mi piacerebbe tanto farlo, ma si tratta di esporsi parecchio e ho paura che alla fine mi manchi il coraggio di arrivare fino in fondo.
Comunque è bellissimo il fatto che tuo padre si sia rivolto a te per correggere il suo libro, significa che si fida molto e ha fiducia nelle tue capacità.
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Certo, non sono un editor. Ma penso di essere capace di rendere una bozza approssimativa in un buon italiano. Ma mio padre è un po’ testardo. Temo che troverà il mio lavoro di riscrittura e sintesi un po’ troppo invasivo.
Secondo me sarebbe bello anche renderlo un libro, anche se non penso potrebbe avere appeal, a meno di una pesante rielaborazione da parte di un Editor. Infatti, c’è una certa disomogeneità negli scritti che nei libri penalizza molto. Serve sempre un filo conduttore e un’impostazione unica. Quando scrivi qualcosa in dieci anni, invece, tende ad essere assai disomogenea, purtroppo.
Un lavoro da editor, però, sarebbe ancora più faticoso e “invasivo”. Sceglierà lui che fare con il mio lavoro 🙂
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Leggere il passato della famiglia è un modo per scoprire meglio le persone o conoscerle, addirittura. I genitori possono essere gelosi di quello che fanno e di come lo fanno, ma un buon lavoro con il tempo li rende obiettivi. Nonostante editare romanzi fosse il mio lavoro, per mio padre ero stata troppo invasiva, ma a lavoro finito dovette ammettere che con i miei suggerimenti il risultato fosse migliore. Fino all’ultimo ero il suo editor e lui il mio beta reader.
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Grazie per aver condiviso questa parte della tua storia.
Io, pure, non sono riuscito a non essere invasivo. Penso che sia normale che una persona che legge di più e si esercita di più possa capire quando un passaggio risulti noioso o pesante. Spero apprezzerà il mio lavoro. Incrocio le dita.
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Sì, vedrai che alla fine sarà così 😀
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Come ti dicevo è bello che tu stia aiutando tuo padre e anche che le storie di famiglia vengano scritte in un libro.
Mi piace ascoltare storie di guerra. Spesso mio nonno mi racconta storie di quando era giovane e, anche se sono sempre le stesse, mi piace che me ne parli
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Verissimo. Poi sarebbe bene che queste storie le ricordassimo sempre… la smetteremmo di farci prendere da smanie assurde.
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