So già che molti criticheranno questo sequel perché la storia non è molto originale e gli elementi narrativi nuovi inseriti non hanno reso Frozen II – Il Segreto di Arendelle particolarmente sorprendente. Tuttavia, credo che non si possa non recensire positivamente il film.
Sappiamo benissimo quanto Frozen sia amato dal pubblico Disney. E’ diventato, forse, l’unico vero nuovo classico di animazione degli ultimi dieci anni, dando vita a un franchise senza precedenti.
E in ogni franchise che renda un discreto gruzzolo, non può mancare un sequel del film originale. Per questa ragione, nelle sale è arrivato “Frozen II – Il Segreto di Arendelle”, un film che mi è piaciuto genuinamente e che consiglio a tutti di vedere.
Tutti i punti di forza del primo film sono stati sfruttati in questo nuovo film.
Partiamo dall’aspetto più puramente commerciale (che non guasta, d’altronde non potevamo aspettarci un film d’autore per un pubblico di nicchia). Le atmosfere, le immagini, i colori e SOPRATTUTTO gli abiti sfoggiati da Elsa dimostrano un’attenzione chirurgica sullo stile e su ciò che può piacere agli occhi soprattutto dei più piccoli.
In secondo luogo, bisogna fare un plauso per come Frozen sia rimasto genuinamente diverso da tanti altri film Disney, con le due protagoniste che continuano a essere donne forti e indipendenti, in grado – ciascuna in modo diverso – di risolvere situazioni complesse, senza l’aiuto di nessuno.
Certo, tutti potrebbero dire che la proposta di matrimonio, alla fine, continua a corroborare la tradizionale esigenza di una storia d’amore e di un principe azzurro per un’eroina disney, ma Frozen, a mio modo di vedere, è un film consapevole di quanto sia importante valorizzare la diversità.
Da una parte i Nortuldri sono una palese metafora delle minoranze sociali. Il modo in cui il nonno di Elsa li ha trattati è una denuncia ad opera della Disney verso coloro che, per paura o ignoranza, danno per scontato che chi è diverso sia malvagio o peggiore.
Dall’altra, invece, si punta forte su un’ulteriore evoluzione di Elsa. Elsa continua a essere all’antipodo di ogni schema disneyano. E’ un’eroina sui generis. Forte, indipendente e “strana”. Strana in senso positivo. E’ anticonformista e anticonvenzionale. Se non provassero a vestirla da Barbie superfiga, sarebbe la cosa più vicina a un’icona femminista all’interno di un cartone animato.
Elsa accetta, in ogni momento del film, di essere diversa. Di essere tanto diversa da preferire vivere nella foresta piuttosto che continuare a essere la regina di Arendelle.
Non vediamo nulla di quello che era stato vociferato subito dopo la notizia della decisione di produrre un sequel (la possibilità che Elsa si rivelasse, a tutti gli effetti, un personaggio LGBT).
Evidentemente la Disney trova che sia ancora prematuro portare al centro delle sue storie un personaggio LGBT. Condivisibile o meno, lo capisco, considerando quanti problemi ci siano, di questi tempi, con la distribuzione di film anche solo indirettamente collegati a tematiche LGBT in tanti paesi. Non si può pretendere molto di più.
Anzi, si deve fare un plauso per come la Disney abbia provato a fare denuncia e a lanciare messaggi di autoaccettazione tramite un film che sarà apprezzato da tutti e che, ne sono certo, avrà un clamoroso successo!
L’unico aspetto in cui ho trovato questo film più debole del precedente è quello prettamente musicale. Sono abbastanza convinto che non ci siano canzoni in grado di diventare virali come “Let it go”.
Per quanto riguarda, invece, l’elefante nella stanza, relativo alla effettiva originalità della storia (regine di ghiaccio, i quattro elementi e così via), mi sento di dire che non c’era bisogno di una storia originale per avere una storia efficace. Frozen II è stato tutto ciò che doveva essere e io ne sono rimasto assolutamente soddisfatto.
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Probabilmente lo vedrò tra anni. Ma ti chiedo: esiste un motivo valido per cui, per esempio, Anna diventi competente da un punto di vista acrobatico, o accade all’improvviso?
Nel trailer lancia armi da taglio con una perizia che mi sembra molto poco principesca, soprattutto da una che non ha mostrato, nel film precedente, una particolare prestanza.
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Non ci ho fatto caso. Ma nemmeno l’ho vista combattere così tanto. Più che altro scappava.
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io non credo lo andrò a vedere ma sembra che abbia già rotto qualche record
però Into the unknown è molto bellina come canzone, soprattutto quella cantata dai Panic! at the disco
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Bella recensione!
Anche io penso aspetterò qualche anno prima di vederlo.
Il primo purtroppo non mi aveva detto nulla
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A me è piaciuto tanto. Dai magari fra qualche natale lo danno alla tele.
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Il primo lo hanno già trasmesso qualche volta.
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Sono andata a vederlo ieri sera è non posso far altro che concordare con quanto tu abbia detto nella recensione. La colonna sonora del primo è, a parer mio, impareggiabile perché ti entra in testa e non ti molla più. In questo secondo film, invece, lascia un po’ il tempo che trova e risulta poco incisiva.
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Grazie per il commento. 🙂
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Mi sa che aspetterò il Dvd 😯
Però avendo visto una marea di immagini in rete posso già dirti che a livello di grafica mi piace moltissimo. C’è stata un’attenzione per i dettagli pazzesca, per esempio gli abiti sembrano di vero tessuto. La canzone principale l’ho sentita solo in italiano e mi ha dato fastidio con quel acuto stridente, devo recuperare le versioni originali. Ma non penso proprio mi piacerà ai livelli di Let it go.
Per quanto riguarda Elsa aka Barbie penso sia dovuto al merchandising, anche se la bambola similBarbie è oscena.
Mchan
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Sisì hanno tenuto conto del merchandising. Ma graficamente sempre apprezzabile.
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Sì, in effetti è anche più bella con l’ultimo outfit ed i capelli sciolti.
Mchan
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Mi ha emozionato quasi quanto il primo.
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Sì. Non ha deluso 😊
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