Buonasera lettori, come state? Oggi voglio fare un piccolo approfondimento su una serie televisiva che ho iniziato a vedere in questi giorni. Sto parlando di Pose, serie FX a firma di Ryan Murphy e Brad Falchuck.
La serie, ambientata negli anni ottanta, parla del mondo delle “ballroom“, dove la comunità LGBTQ trovava un modo di esprimersi e di sentirsi “riconosciuta”. Il mondo delle ball è un mondo dove ognuno era libero di sfilare, indossare abiti stravaganti o d’alta moda e di sentirsi una vera celebrità.
Le ball sono il fenomeno nato nella sottocultura omosessuale come risposta a una persistente emarginazione, che colpiva gli omosessuali di colore e latini e i transessuali molto più che gli omosessuali di razza bianca.
Più che recensire questa serie (un capolavoro, che ve lo dico a fare?), mi piacerebbe parlare dei tanti insegnamenti che lo show dà allo spettatore.
Innanzi tutto è uno show che ci rinfresca la memoria. E’ proprio il caso di dirlo: Pose ci ricorda che è passato così poco tempo dagli anni in cui certe minoranze venivano trattate come dei veri e propri indesiderabili. E ciò accadeva persino nelle grandi città. Non c’era posto per chi la società aveva piazzato all’ultimo posto della gerarchia sociale. Una realtà veramente tossica da cui dovremmo trarre un insegnamento.
E’, infatti, sempre più evidente che ogni comunità sociale debba individuare un nemico comune, per sentirsi meglio. Gli etero sono contro i gay, i gay contro i trans, i bianchi contro i neri, i neri contro i latini e così via. Purtroppo, anche la società attuale italiana, ci conferma che è una tendenza quasi ineliminabile dover catalogare le persone e pensare che esistano persone di serie A e di serie B.
Bene, Pose ci fa capire quanto sia odioso questo modo di ragionare, smascherando la feroce crudeltà che sta dietro una logica per cui “se muore un individuo di una minoranza che io odio, allora sono contento”. Strano quanto emotivamente coinvolga ancora oggi parlare di odio razziale o sociale. Strano che ancora non si sia del tutto chiuso un capitolo così brutto della nostra storia e che ancora si pensi che esistono esseri umani con più diritti di altri.
Un secondo insegnamento è quello relativo all’AIDS. Pose ci descrive la realtà della malattia e di come sia stato difficile per la comunità LGBTQ attirare l’attenzione del governo americano per far sì che qualcosa si muovesse nell’ottica dell’individuazione di una cura e quanto controproducente sia stato il messaggio della Chiesa Cattolica che, anziché cercare di arginare l’epidemia, affermava che l’unica soluzione fosse l’astensione dai rapporti sessuali.
Ma Pose ci fa capire molto di più anche di quello che passano le persone transessuali e quanto sia difficile convivere e lottare con un corpo che non si sente proprio. Molti tabù vengono abbattuti, in modo tale che chiunque possa capire la serietà di queste problematiche piuttosto che giudicarle.
Pose, però, non è solo una serie impegnata su tematiche sociali. E’ anche un viaggio nella moda e nei costumi di quegli anni. Un viaggio nelle tendenze che non può che attrarre lo spettatore.
Credo che pochi show televisivi siano in grado di insegnarci tanto su come essere delle persone migliori, offrendoci al tempo stesso una storia emozionante e convincente da seguire.
Bellissima recensione.
Ho guardato solo i primo 5 minuti per ora ma conto di andare avanti il prima possibile perché mi ispira davvero tanto 😊
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Merita davvero 😊
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