Perché è importante parlare della morte di George Floyd

Oggi forse non sarà il più spensierato dei miei post, ma trovo necessario parlare di un fatto di cronaca che mi ha colpito profondamente.

Ormai la notizia sarà anche vecchia (se non ne sapete nulla vi lascio un link per recuperare la storia), dato che dell’omicidio di George Floyd si parla ormai da giorni al telegiornale, ma credo sia necessario spendere alcune parole su come ho percepito la vicenda e su come ho percepito la reazione a tale tragico evento.

Prima di tutto volevo dire che la morte di un uomo, ucciso (da chi è pagato per proteggere la società e mantenere l’ordine) mentre era ammanettato e impossibilitato a difendersi o a fare valere alcun diritto è davvero uno dei punti più bassi degli ultimi anni e, in qualche modo, conclama questo 2020 come “annus horribilis”.

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Ma le proteste – che stanno dilagando in tutti gli Stati Uniti – dimostrano che questa morte non è un caso eccezionale, anzi. Sono decine e decine (se non centinaia) le morti inspiegabili delle persone di colore causate dalle forze dell’ordine nella storia degli USA. Ma questa morte è peggiore delle altre: perché, a differenza di altri fatti tragici di grande risonanza, è stata ripresa in modo chiaro. Tutto il mondo ha potuto vedere coi suoi occhi quello che è successo. E nessuno, nessuno può avere un dubbio sulla intenzionalità di uccidere del poliziotto (spalleggiato da altri tre agenti che hanno impedito ai presenti di soccorrere Floyd).

Per la prima volta, tra l’altro, ai miei occhi il confine fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato si è assottigliato. Non riesco a esprimere disappunto o a criticare quelli che hanno incendiato una caserma di polizia a Minneapolis o vandalizzato le autovetture della polizia. Perché Chauvin (così si chiama l’assassino di Floyd) non è il primo poliziotto che “si lascia andare un po’ troppo” dall’alto del suo ruolo di potere. Oltretutto, la storia di Chauvin come agente – anche se non si può dire se le fonti siano attendibili – è tutto fuorché immacolata, ma il suo permanere in servizio così come il fatto che avesse come colleghi agenti d’accordo con le sue misure “estreme” ci fanno pensare che sia il sistema a non funzionare. Basti pensare al fatto che ci sono voluti giorni per formalizzare l’accusa e per arrestarlo (il primo giorno era stato semplicemente mandato in congedo retribuito), sebbene le immagini non lascino il minimo dubbio.

Sembra che non ci sia più modo di “esprimere pacificamente” la protesta, dato che dopo anni e anni le tragedie (più che altro dovremmo dire “le uccisioni”) continuano ad accadere. Certamente non mi piace che in tanti se ne approfittino e saccheggino i negozi durante i tafferugli così come non mi piace che Trump parli apertamente di “sparare” a chi saccheggia su twitter (bella proporzionalità in America, un televisore vale una vita), ma non riesco a criticare apertamente chi protesta in modo duro e si mette a rischio pur di far sentire la propria voce. Se ci vogliono giorni solo per formalizzare un’accusa – dopo aver visto quelle immagini – chissà cosa accadrebbe se la comunità nera (e non solo nera) accettasse ciò che è successo pacificamente.

Troppe volte, i poliziotti in vicende poco chiare sono stati licenziati senza che venissero accusati (e praticamente mai condannati). Una sorta di immunità della polizia che piace veramente poco e su cui non si riflette abbastanza. Almeno personalmente non ho amato che in Italia l’eco di questa notizia sia passato in secondo piano e che la vicenda sia stata trattata con un asciutto riepilogo dei fatti senza aggiungere nessuna considerazione che aiutasse il pubblico a comprendere la gravità di ciò che è successo.

Sentivo la necessità di parlarne anche io, perché tendiamo a non interessarci a queste notizie, ma è importante che tutti ci ricordiamo che ogni vita vale allo stesso modo e che tutti potremmo finire inerti tra le grinfie di chi ha più potere di noi e che decide di negarci ogni diritto solo perché il sistema glielo permette.

6 pensieri riguardo “Perché è importante parlare della morte di George Floyd

  1. Ci sono tantissime cose che non funzionano nel Paese che crede di aver inventato la democrazia: le forze dell’ordine, la sanità… Un “sistema” piuttosto corrotto e ormai purtroppo radicato. Poi io non sono neanche uno dei più “buonisti” in circolazione, ma un omicidio senza processo tale rimane e tale è stato quello avvenuto a Minneapolis.

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