INTERVISTA ALL’AUTRICE GIUSY AMATO
Ciao, Giusy. Innanzitutto bentornata sul mio blog e complimenti per avere ottenuto la pubblicazione nel volume “Racconti siciliani” di Historica Edizioni con un racconto dal titolo “La scelta di Kira”.
1) Prima di tutto, vorrei chiederti di descriverti come persona e come scrittrice. Cosa ti ha spinto a esplorare questa forma di arte?
Ciao! Il “bentornata” mi fa molto piacere. Non capita tutti i giorni di ricevere una mail il cui messaggio è quello di essere una delle vincitrici. Io sono un tipo piuttosto semplice, che si accontenta delle piccole cose della vita, senza avere troppe pretese. Sono un’eterna bambina, molto legata agli anni ’80 e ’90 (il periodo della mia infanzia) e a tutto ciò che fa parte di questi anni. Quando è uscito il mio libro d’esordio, non mi reputavo una scrittrice perchè comunque sia questo termine lo trovo un parolone. Non che io mi voglia declassare, ma con un libro che avevo pubblicato non mi sembrava il termine più adeguato. Vincendo poi questo concorso regionale, un pò adesso mi ci sento, ma resto lo stesso con i piedi per terra. Tra l’altro è stata una sorpresa, perchè ho partecipato senza nessuna aspettativa. Poi preferisco farmi definire “scrittrice”, o “brava a scrivere” e simili, dai lettori. E devo ammettere che tutti i giudizi del libro e del racconto sono stati tutti positivi. Fin da piccola sono stata sempre piena di fantasia con la voglia di scoprire sempre di più su tutto quello che mi circondava, quindi forse la mia è una dote innata.
E’ nato tutto per caso. Avevo scritto il primo racconto senza impegnarmi molto. Poi un giorno mi viene detto “Perchè non provi a scrivere un libro?”. Mi è sempre piaciuto leggere, sopratutto il genere romantico e fantasy e quindi ho voluto provare. Il racconto che avevo già scritto era troppo breve, l’ho migliorato ma era comunque nato come racconto breve. Quindi è stato lì che mi è venuta l’idea di scrivere alcuni racconti e pubblicarli insieme. Trovavo più coerente partire da questo che da un romanzo vero e proprio.
2) Mi piacerebbe, Giusy, se mi parlassi di più dell’iniziativa a cui partecipato e del perché tu abbia deciso di cimentarti in questo contest di racconti. Consigli ai giovani autori di mettersi in gioco in questo modo?
Sono venuta a conoscenza di questo concorso grazie ad un gruppo facebook. Dopo l’uscita del mio libro d’esordio, mi sono scritta a vari gruppi di scrittori emergenti. Un giorno come tanti mi sono presentata parlando di me e da dove venissi, e poco dopo mi arriva un messaggio di uno degli organizzatori del concorso. Aveva letto che ero siciliana e quindi mi ha proposto questo concorso regionale che era solo per i nativi e/o residenti in Sicilia. Si trattava di scrivere un racconto a tema libero e di massimo 8 pagine di word (si poteva sforare solo di qualche rigo. Pena l’esclusione dal concorso). Per me sarebbe stata un’esperienza nuova, e non avendo nulla da perdere ho deciso di provare. Ma avevo già le idee chiare: se non fosse andata bene, non volevo che questo racconto rimanesse in una cartella del mio PC e lo avrei proposto alla mia CE. Essendo molto breve avrei potuto scrivere altri racconti, chissà… E invece, con mia sorpresa, è andata bene.
Assolutamente consiglio questa esperienza ai giovani autori e il motivo è semplice. In un certo senso, chi scrive (che siano racconti, romanzi, poesie) è naturale che partecipi a dei concorsi letterari, perchè ci si mette in gioco, mettendosi alla prova. Nel nostro caso sono concorsi letterari, ma come tutti sappiamo ne esistono tanti altri di concorsi e come tali vince chi è più qualificato. A mio parere è un buon trampolino di lancio, soprattutto per la nostra stima personale, che ci aiuta a dare il massimo. Ovviamente ci sono alti e bassi e i momenti no. Ma ammetto che vincere un concorso ti dà una spinta in più e non è da sottovalutare.
3) Parliamo ora del tuo racconto, “La scelta di Kira”. Io apprezzo molto i racconti e, in generale, le storie con una tematica sociale impegnata. Quindi, ho apprezzato che tu sia partita dalla tematica dell’abbandono, per poi soffermarti sulle difficoltà che possono incontrare i bambini in orfanotrofio o in affido.
Come mai hai scelto questo tema? Che messaggio volevi lanciare al tuo lettore?
Mi fa piacere che questo tema sia stato apprezzato. Ho scelto questa tematica perchè avevo finito da poco di rivedere la serie coreana “Good doctor” di cui gli americani ne hanno fatto un remake (mi perdonino, ma la versione originale non la batte nessuno).
Questo dottore è autistico, ma nostante il suo handicap decide di diventare medico. Veniva picchiato dal padre a causa della sua malattia; la madre oltre ad essere picchiata come il figlio, veniva colpevolizzata per aver messo al mondo un bimbo del genere. Il padre abbandona la famiglia, ma per timore che il figlio venisse trovato e nuovamente picchiato, lo abbandona pure lei per proteggerlo. Essendo un tema attuale, ho deciso di usare l’elemento dell’abbandono e del bambino autistico. Il tutto per spiegare che questo handicap non limita le azioni e i sentimenti di questi esseri viventi. Anzi sono persone più sensibili, ma che è giusto aiutare per facilitare loro la vita.
Come tutti sappiamo, la pet terapy aiuta moltissimo e l’ho voluta inserire nel racconto. Il nome Kira non è stato messo a caso. Purtroppo nel Gennaio di quest’anno, è venuta a mancare la nostra cagnolona Kira, una meticcia bianca e beige dolcissima. Si è strozzata con del cibo ed è stata una morte molto brutta. Avrei preferito che se ne fosse andata per vecchiaia, piuttosto che in questo modo. Essendo nata nel 2012 aveva ancora da vivere. Visto che questo triste evento è stato poco prima aver ricevuto la proposta per partecipare a questo concorso, non ho potuto fare a meno che pensare a lei e dedicarle questo racconto. Ma non c’è solo la descrizione fisica di Kira nel racconto: il modo in cui sceglie Domenico come suo padrone è lo stesso metodo che ha usato la nostra Kira.
4) C’è un pizzico di soprannaturale, permettimi il termine, nel racconto. Si parla di un’entità che “miete” le anime. Si tratta di una figura metaforica? A che cosa alludevi con questo tipo di espediente narrativo.
Certo che ti permetto il termine. E’ quello esatto. Non è una figura metaforica… Kira vede davvero questa entità. Come ho già detto amo i fantasy e in questo caso ho voluto inserire questo elemento finale per dare un lieto fine alla storia. Leggendo molti manga e vedendo serie asiatiche, questo personaggio viene spesso usato in trame fantasy. Lo descrivono in molti modi: alcuni sono persone normali (visibili solo a chi è già morto o anche no), altri invece sono semplicemente vestiti con un abito nero, e altri ancora oltre a vestirsi di nero sono incappuciati con una falce in mano (come l’ho descritto io).
5) Infine, vorrei chiederti di parlarci dei tuoi progetti attuali e di come i lettori possono raggiungerti.
Al momento mi sto occupando si sponsorizzare questi 2 libri in tutti i modi: con i social, con il TG locale, il mio sito web, le recensioni e le interviste come la tua. Dopo l’estate scriverò un altro libro, questa volta si tratterà di un romanzo romantico / fantasy. Ho già le idee chiare sulla trama di base, e ma mano che penso a qualche dettaglio mi appunto tutto. Al momento preferisco fare una pausa e dedicarmi solo a farmi conoscere.
I lettori mi possono raggiungere sul mio profilo Facebook (Giusy Amato): come immagine del profilo ci sono io con la mitica Cristina D’avena, quindi non si possono sbagliare. Oppure possono mettere MI PIACE nella pagina dedicata al mio primo libro “Ricordi felici e altri racconti”. C’è anche il mio sito web dedicato ai manga giapponesi dove c’è una sezione di tutti i libri usciti; e per non farmi mancare nulla possono seguirmi anche su Instagram (giusy.amato.82). C’è l’imbarazzo della scelta.
Ti ringrazio moltissimo per quest’ulteriore intervista. A seguire tutti i miei recapiti:
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Facebook Ricordi felici: https://www.facebook.com/Ricordi-felici-e-altri-racconti-di-Giuseppina-Amato-102737274660540/?modal=admin_todo_tour
Sito web: http://www.shoujonline.altervista.org/
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