Come scrivere dei buoni dialoghi

Quanto è difficile scrivere un buon dialogo

Una cosa che uno scrittore alle prime armi non dovrebbe sottovalutare è la scrittura di un dialogo

Molti esperti di scrittura creativa affermano che i dialoghi sono fondamentali in un’opera narrativa e che un errore che molti compiono è quello di ricorrere a enormi spiegazioni e descrizioni che potrebbero essere sostituite da dialoghi più efficaci.

Quindi, nella scrittura moderna, bisognerebbe rendere i dialoghi un elemento fondamentale di una storia, ma scrivere dei buoni dialoghi non è affatto semplice…

Action tags 

Un errore comunissimo, evidenziato anche da Stephen King nel suo “On Writing” è variare eccessivamente con le action tag. Per action tag si intendono quelle frasette che seguono le parti parlate. 

Esempio:  – Ciao, Tom, come stai? – disse July. 

“Disse July” è l’action tag. 

King e molti altri scrittori sconsigliano di usare troppe formule. Per esempio, King ha affermato che inorridisce a leggere tags come “rise lui”, “ringhiò lui”, “biascicò lui”, “affermò lei” e così via. 

La mia opinione va considerata mediana: si può variare con le tag, ma il verbo dire rimane la forma principale e più elegante, a cui si dovrebbe ricorrere maggiormente. 

Troppo o troppo poco contesto

Bisogna inserire il dialogo all’interno di un contesto che ci faccia capire dove, quando e perché il dialogo accade, ma anche le emozioni e le azioni che vengono compiute mentre avviene il dialogo.

Tuttavia…

E’ meglio evitare di rendere preponderante il contesto a discapito del dialogo, ad esempio, infarcendo il nostro dialogo di action tags molto dettagliate. 

Non è, infatti, necessario inserire SEMPRE una tag, così come non è necessario essere troppo descrittivi. 

In sostanza: evitate di inserire dopo ogni frase pronunciata tag lunghe come “disse July, acconciandosi i capelli, mentre guardava dalla finestra. Si era voltata di spalle e stava riflettendo sulle ultime parole dette da Tom”. 

Alcune frasi e descrizioni vanno inserite per creare un contesto, ma non dopo ogni affermazione del personaggio e non deve essere sempre troppo dettagliata.

Lasciate qualcosa all’immaginazione del lettore e sfruttate il dinamismo di un buon botta e risposta.

I nomi dei personaggi

Un altro errore comune è ripetere sempre il nome del personaggio che ha parlato.

Quando il dialogo è fra due persone, evitate di specificare sempre chi parla perché appesantisce la scrittura.

In teoria, dovreste evitare di specificare chi ha parlato anche quando più di due personaggi parlano, ma personalmente sono un estimatore della chiarezza e io preferisco sempre trovare il modo (anche usando pronomi o altri modi per descrivere il personaggio) di far capire al lettore chi ha affermato quale frase. 

L’articolo di oggi è stato ispirato da questo video della Youtuber Alexa Donne:

Conclusioni:

Utilizzare i dialoghi è fondamentale per evitare che tutta la nostra storia si fondi su lunghe e pesanti descrizioni, che ci porterebbero lontani dall’imperativo “show don’t tell”.

Però, scrivere i dialoghi è un’arte difficile di affinare. Seguire i consigli presenti nell’articolo è un buon modo per cominciare!

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7 pensieri riguardo “Come scrivere dei buoni dialoghi

  1. Ciao Giovanni. Indubbiamente i dialoghi sono fondamentali in un romanzo. Io ne sono innamorata e il mio stile narrativo si basa molto su di essi. 😊 Oltre alle action tag, è importante che i dialoghi siano logici, pertinenti ai fini narrativi e che rispecchino il carattere del personaggio. Capita di leggerne alcuni privi di mordente o di utilità ed è un peccato. Io consiglio sempre: chiediti se in un contesto simile al tuo personaggio avresti detto quello? O agito in quel modo? Un modo per individuare un dialogo sbagliato è quando necessita di troppe spiegazioni.

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  2. E’ vero quello che dici sul non variare troppo gli action tags, poco tempo fa però ho avuto l’esperienza opposta: in Rivers of London dopo ogni battuta l’autore specifica sempre “he said”, “she said”, SEMPRE, in un modo che mi stava tirando scemo!

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