Serial Killer with Piers Morgan
Tra ieri e oggi ho concluso la visione di un programma di Piers Morgan del 2018, in cui il giornalista e conduttore britannico intervista tre serial killer statunitensi che si sono continuati a proclamare innocenti, anche dopo la condanna.
Le interviste, registrate nel 2017, sono disponibili attualmente sulla piattaforma Netflix per coloro che – come me – hanno un certo interesse per la mente criminale.
I killer del programma
I tre assassini seriali intervistati nel programma sono:
- Mark Riebe: Killer accusato di aver ucciso tredici donne, ma condannato per un solo omicidio.
- Lorenzo Gilyard: altrimenti detto lo strangolatore di Kansas City, Lorenzo fu incastrato dalla prova del DNA (effettuata nel 2003, a distanza di dieci anni dall’ultimo dei tredici omicidi che gli sono attribuiti).
- Alejandro Henriquez: Il mostro del Bronx, assassino pedofilo, condannato per tre omicidi (ma la polizia sospetta che sia autore di almeno altri due delitti).
Si tratta di assassini di donne, attivi tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del secolo scorso. Sono considerati tra i peggiori serial killer della storia. Piers Morgan, intervistandoli, aveva l’intento di farli crollare e spingerli a rivelare di più sui delitti, malgrado da decenni si professino innocenti. Nel caso di Riebe – che aveva confessato e poi ritrattato la confessione – la mancanza di collaborazione con la polizia lascia ancora moltissimi misteri irrisolti. Diversi corpi non sono stati ritrovati e molte famiglie non hanno ancora avuto una “vera soluzione” al caso.
Esempi di psicopatia
Credo che il programma serva agli spettatori soprattutto per comprendere come si comporta un soggetto psicopatico.
Due dei tre killer sono estremamente beneducati e, in qualche modo, affascinanti. Riebe, il meno “carismatico”, ha comunque una mente molto lucida e riesce a non contraddire mai la sua versione. Tutti e tre sono estremamente abili nel deviare il discorso, cercando sempre di dire “la loro verità”, senza dover smentire le affermazioni degli altri.
Lo psicopatico, di norma, è un bugiardo di professione. Non prova nessuna fatica a mentire e non si sente in colpa per questo (è, infatti, la principale caratteristica dello psicopatico la mancanza di empatia).
Henriquez è forse quello che più di tutti, durante le interviste, si contraddice. Forse la limitata abitudine al confronto negli ultimi decenni – non aveva rilasciato interviste dall’epoca della condanna – lo ha portato a risultare “più genuino” e meno “perfetto” nel creare la propria ragnatela di menzogne.
Ciò che dovrebbe fare riflettere è che tutti e tre i killer sembrano persone innocue, ma sono tutti descritti come delle micce in attesa di esplodere. Basta poco perché passino “da zero a cento”.
Conclusioni:
Il programma non è particolarmente intrigante. Ci sono tanti approfondimenti su fatti di cronaca più interessanti e meglio approfonditi. Tuttavia, il faccia a faccia con dei killer che sembrano tutto fuorché spietati omicidi fa riflettere.
Ti mette, in qualche modo all’erta. Gli psicopatici possono nascondersi dovunque, nei panni di una persona persino cordiale e dall’apparenza bonaria.
Se non avessero sufficiente sangue freddo ed una specie di barriera verso le emozioni altrui non penso che sarebbero riusciti ad uccidere più di una persona ed a sfuggire alla legge per così tanto tempo. Purtroppo questa loro caratteristica rende facile il loro inserimento nella società.
Mchan
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Verissimo. Ottima riflessione.
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Grazie 😊
Mchan
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Non mi fa impazzire la cronaca nera, ma può essere interessante dal punto di vista psicologico.
Comunque è inquietante sapere che persone del genere potrebbero davvero essere chiunque
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i film di domani non saranno più pieni di romanticismo, ma di qualcos’altro in termini di significato.
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